17 FILLES (17 RAGAZZE)
Regia: Delphine Coulin, Muriel Coulin
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: 17 FILLES (17 RAGAZZE)
Titolo originale: 17 FILLES
Cast: regia, scenegg.: Delphine Coulin, Muriel Coulin – fotogr.: Jean-Louis Vialard – mont.: Guy Lecorne – scenogr.: Benoît Pfauwadel – cost.: Dorothée Guiraud – suono: Olivier Mauvezin – interpr. e personaggi: Louise Grinberg (Camille), Juliette Darche (Julia), Roxanne Duran (Florence), Esther Garrel (Flavie), Yara Pilartz (Clémentine), Solène Rigot (Mathilde), Noémie Lvovsky (l’infermiera della scuola/School Nurse), Florence Thomassin (la madre di Camille/Camille’s Mother), Carlo Brandt (il preside/Head of the School), Frédéric Noaille (Florian), Arthur Verret (Tom) – durata: 90’ – colore – produtt.: Denis Freyd – produz.: Archipel 35 – coproduz.: Arte – distrib.: Teodora Film
Sceneggiatura: Delphine Coulin, Muriel Coulin
Nazione: FRANCIA
Anno: 2011
Presentato: 29. Torino Film Festival 2011 – TORINO 29
Premi: PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA ex-aequo con TAYEB, KHALAS, YALLA di Rania Attieh e Daniel Garcia, Emirati Arabi Uniti/Libano
Perché le ragazze del titolo? Perché tante hanno accettato e condiviso il progetto d’una loro coetanea di ribellarsi alle regole. Parafrasando un abusato slogan sessantottino, le 17 ragazze potrebbero dire: ”IL futuro è nostro e lo gestiamo noi!” la realtà è un’altra. In famiglia sono “vittime” dei genitori padroni, che esigono sudditanza alle tradizioni e convenzioni: fidanzamento, ma quando saranno “mature”, matrimonio, educazione del figli. A scuola i professori svolgono i relativi compiti personali, il preside non si ritiene responsabile delle scappatelle degli alunni, le studentesse non si impegnano granché nello studio. Una di loro, che gioca il ruolo di opinion leadre, propone un gioco, gabellato ai ‘vecchi’ come “scherzo”: comportarsi con gli amici maschi in modo da rimanere incinte come azione di protesta a quell’oppressione psicologica che le rende trusti. Da sole sono inermi, in gruppo sembrano battagliere. Nei loro giochi e passatempi sono ancora giocherellone e nella scelta ‘rivoluzionaria’ incoscienti e irresponsabili. A cose fatte, sorgono i problemi: pericolo nel quale incorre “la bambina” ingenua, così era chiamata dalle compagne di scuola, che, dopo essersi coraggiosamente allontanata da casa, non trova di meglio che telefonare angosciata alla mamma perché la venga a riprendere; incidente stradale della organizzatrice dell’impresa, che le compromette il parto e si ritrova sola. l’ultima inquadratura del film, sullo sfondo della città anonima, presenta tre del gruppo sedute sula panchina pubblica che cullano i rispettivi bebé in carrozzella. Qualcuno le aveva definite “piene di energia giovanile”. Ora la voce f. c. sentenzia: ”A 17 anni le r4agazze sognano. Una ragazza che sogna non si può fermare”
La tematica del film è interessante; dalle due sorelle registe è stato diretto con rispetto per i disagi adolescenziali femminili, ma facendo interpretare problemi molto impegnativi (e...sbrigativi!) a personaggi idealizzati. Le autrici dello spettacolo non giudicano le 17 ragazze; le compatiscono, solidali con i loro problemi, pur astenendosi dal parere circa la loro azzardata scelta personale, soggiogate dalla capo fila. (Adelio Cola)