INTO THE ABYSS
Regia: Werner Herzog
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: INTO THE ABYSS
Titolo originale: INTO THE ABYSS
Cast: regia, scenegg.: Werner Herzog fotogr.: Peter Zeitlinger mont.: Joe Bini mus.: Mark Degli Antoni suono: Eric Spitzer interpr.: Richard Lopez, Michael Perry, Damon Hall, Lisa Stotler-Balloun, Charles Richardson, Jason Burkett, Jared Talbert, Amanda West, Delbert Burkett, Melyssa Thompson-Burkett, Fred Allen durata: 106 colore produtt.: Erik Nelson produz.: Creative Differences, Skellig Rock, Spring Hill, Werner Herzog Film, Discovery Id
Sceneggiatura: Werner Herzog
Nazione: USA
Anno: 2011
Presentato: 29. Torino Film Festival 2011 TORINO 29 FESTA MOBILE: PAESAGGIO CON FIGURE
Il film inizia con l’intervista ad un ministro del culto incaricato di assistere negli ultimi istanti di vita un condannato a morte. Egli si dice pronto al difficile incarico e parla della infinita bontà e misericordia di Dio con tutti. Segue l’intervista del tenente di polizia che racconta all’intervistatore, che non vediamo mai, come sono andati i fatti, cioè come il condannato a morte, brevemente intervistato anch’egli nella sua imperturbabile freddezza in attesa dell’esecuzione che avrebbe subito sei giorni dopo, era arrivato a rendersi responsabile di tre omicidi con l’aiuto di complici amici. Non poteva essere che questo l’argomento del film, dopo che in apertura avevamo visto l’insistenza del regista nel riprendere con varie angolature il lettino dell’esecuzione pronto per accogliere la vittima designata. Il film procede con interviste a testimoni e persone informate: va avanti, insomma, con incessanti voci fuori campo di chi chiede e di chi risponde. Vengono mostrati i luoghi dei fatti ricordati, che sostituiscono le tradizionali location cinematografiche. La colonna sonora è un lancinante grido di dolore e, mi sembra, di accorata protesta contro chi applica tutt’oggi la pena di morte ad un essere umano. “Racconto di morte e di vita” era stata la scritta sullo schermo subito dopo il titolo. La verifica arriva dalle opposte professioni e reazioni di fronte alla morte: di fede da parte di chi crede e di nichilistico disprezzo di chi non vede nella vita che disperate lacrime e sangue, alla quale dopo la morte segue il nulla.