L'ERA LEGALE
Regia: Enrico Caria
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: L ERA LEGALE
Titolo originale: L ERA LEGALE
Cast: regia, scenegg.: Enrico Caria – fotogr.: Giuseppe Schifani – mont.: Roberto Martucci – cost.: Francesca Balzano – mus.: Pivio & De Scalzi – suono: Francesco Sabez – interpr. e personaggi: Patrizio Rispo (il sindaco/Mayor Nicolino Amore), Cristina Donadio (Idra Duarte), Rita Corrado (Agata Russo), Pietro De Silva (l’investigatore/Detective Tony Lenza), Isabella Rossellini (se stessa/Herself), Renzo Arbore (se stesso/Himself) – durata: 76’ – colore – produtt.: Renzo Rossellini, Eduardo Rumolo, Enrico Caria – produz.: Rossellini film & tv – distrib.: Bolero Film
Sceneggiatura: Enrico Caria
Nazione: ITALIA
Anno: 2011
Presentato: 29. Torino Film Festival 2011 – FESTA MOBILE: FIGURE NEL PAESAGGIO
È la storia di Nicolino Amore, persona sfortunata, fantasiosa, intraprendente ma senza successo, accusato in gioventù di attività illegale, il quale, arrivato al successo da adulto come umoristico comunicatore e intrattenitore del pubblico sfruttando la sua capacità di interessare i passanti con fantasiose performances spettacolari di natura più cabarettistica che politica a base di umoristica denuncia civile delle molte ‘cose’ che nella sua città, Napoli, funzionano male (smaltimento dei rifiuti urbani, mercato della droga, sfruttamento dei deboli...), pur essendo ‘homo novus’ in politica, riesce a essere legalmente eletto sindaco raggiungendo alterne fortune di riuscita e frustrazioni’ civili, sempre però operando in vista del bene comune. La voce f. c. conclude il film ammonendo: ”Sarebbe il tempo che anche noi ci impegnassimo nel campo”. Ingredienti del film sono frequenti melanges di realtà-finzione di situazioni concrete in riferimento alla cronaca recente italiana, presentate sempre con umoristica denuncia e con comicità polemica. Il protagonista, apparentemente sempliciotto e ingenuo, interpreta il buon senso pratico del popolo e la bontà del suo animo, alieno dalla malefatte degli sfruttatori pubblici, noti ai detentori del potere e talvolta da loro protetti, ma inspiegabilmente operanti contro la legge rimanendo impuniti. Alcune risorse mimiche e gestuali del protagonista ricordano troppo da vicino il grande Totò. Film di denuncia, dunque, ma senza proposte concrete alternative, eccetto un generico appello alla partecipazione di tutti alla gestione del bene comune senza estraniarsi pigramente dalla storia.