I PIÚ GRANDI DI TUTTI
Regia: Carlo Virzì
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: I PIÚ GRANDI DI TUTTI
Titolo originale: I PIÚ GRANDI DI TUTTI
Cast: regia, scenegg., mus.: Carlo Virzì – sogg.: Andrea Agnello, Francesco Lagi – fotogr.: Ferran Paredes Rubio – mont.: Simone Manetti – scenogr.: Roberto De Angelis – cost.: Cristina La Parola – interpr. e personaggi: Claudia Pandolfi (Sabrina Cenci), Alessandro Roja (Loris Vanni), Marco Cocci (Maurilio «Mao» Fantini), Corrado Fortuna (Ludovico Reviglio), Dario Cappanera (Rino Falorini), Catherine Spaak (Esmeralda Reviglio), Frankie Hi-Nrg Mc (Saverio), Claudia Potenza (Simona Vanni), Niccolò Belloni (Alessio Vanni) – durata: 100’ – colore – produtt.: Fabrizio Donvito, Marco Cohen, Benedetto Habib, Carlo Virzì, Paolo Virzì – produz.: Indiana Production Company, Motorino Amaranto, Eagle Pictures, Rai Cinema – distribuz.: Eagle Pictures
Sceneggiatura: Carlo Virzì
Nazione: ITALIA
Anno: 2011
Presentato: 29. Torino Film Festival 2011 – TORINO 29
La triplice divisione della struttura illustra la vita normale dei quattro componenti del gruppo musicale PLUTO dopo dieci anni di cessata attività, seguita dalla ripresa della medesima in occasione d’un ‘colpo di fortuna’, e infine il relativo ritorno alla vita semplice di cittadini qualunque dei quattro ormai inseparabili amici. Ciò che resta è la sincera amicizia, che vale per loro più del successo epocale di dieci anni prima, quand’erano “i più grandi di tutti”. “Io li adoro”, esclama il giovane di ricchissima famiglia, prigioniero nella sua sedia a rotelle. La mamma vuole tentare la l’estrema cura di riabilitazione portandolo in Australia, dove opera un celebre chirurgo. Il nostro desidera girare un documentario sui suoi idoli musicali, quelli appunto del gruppo Pluto. Riesce a ritrovarli, a convincerli di tornare sulla piazza davanti al pubblico, dove si esibiranno con entusiasmante successo. Il nostro, che deve assentarsi prima della conclusione del concerto perché l’aereo per l’Australia lo aspetta, viene confortato dalla lettera del capo del gruppo che gli assicura la loro “eterna amicizia, in qualunque condizione (camminerà ancora o no?...) egli ritornerà in Italia”. La preparazione del concerto e il rinsaldo dell’antico spirito fraterno dei quattro comprende le vicende del film, con aggiornate esibizioni musicali assordanti e alcune inutili parentesi (amplessi coniugali), che nulla aggiungono al significato del film spettacolare e, per il resto, accettabile se non istruttivo. I quattro soci sono ben caratterizzati: si distingue l’imbranato batterista innamorato della famiglia, il cantante urlatore che si autodefinisce ‘artista’, quello che sembra il maggiormente disinserito dal gruppo ma in realtà bonaccione, e l’ex ragazza ora adulta che nel concerto suona a tutta forza il basso.