SERDCA BUMERANG? (IL BOOMERANG DEL CUORE)
Regia: Nikolay Khomeriki
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: SERDCA BUMERANG? (IL BOOMERANG DEL CUORE)
Titolo originale: SERDCA BUMERANG?
Cast: regia, scenegg.: Nikolay Khomeriki fotogr.: Shandor Berkeshy mont.: Ivan Lebedev scenogr.: Denis Bayer suono: Boris Voit interpr.: Alexander Yatsenko, Claudia Korshunova, Natalia Batrak, Alexander Ilyn, Renata Litvinova produtt.: Svetlana Kuchmaeva, Anastasia Ragozina durata: 96 B/N e colore produz.: Valday Film Company
Sceneggiatura: Nikolay Khomeriki
Nazione: RUSSIA
Anno: 2011
Presentato: 29. Torino Film Festival 2011 TORINO 29
Il film è incluso tra due scene parallete visive e sonore. Vediamo la desolata location d’un paesaggio innevato immerso nella nebbia, (sobborgo di Mosca, dove vive il protagonista del film, Kostya, silenzioso e turbato dal risultato medico dell’ approfondita indagine che lo dichiara affetto da malattia che lo fa apparire in perfetta salute ma in realtà sempre in pericolo di morire improvvisamente, anche mentre egli è occupato nel suo lavoro come assistente del guidatore della metropolitana dell’immensa anonima città), seguita dal trionfo della vita d’un gruppo di giovani e adulti che si divertono ballano e cantano allegri.. La situazione si ripete in senso inverso alla fine del film con la visione del protagonista al lavoro, seguita dal paesaggio invernale, cui fa seguito un coro allegro che ascoltiamo mentre scorre sullo schermo il cast di coda. Contrasto, dunque, tra la vita di chi vive spensierato e la morte improvvisa di chi l’attende da un momento all’altro. Il film racconta le reazioni di Kostya con la fidanzata, (che si crede incinta e medita l’aborto, ma che non lo è), con una donna incontrata per caso, che gli si offre ma che inizialmente non ha il coraggio di ‘usare’ e che in seguito ricerca e con la quale accontenta il suo istinto di vita, così come fa anche con una prostituta pubblica. Lo vediamo alternativamente al lavoro, (quando a causa del frastuono della metro non riesce (non vuole!) rispondere alle domande del socio, che lo vede triste e “muto”), e nella vita privata in famiglia con la madre separata dal marito (“è un tassista pazzo!”) sperando che il figlio ventitreenne si sposi. L’incontro casuale con il padre lo conferma nella convinzione d’essere solo nella vita in mezzo alla sterminata folla della metropoli russa. L’ultima volta in cui appare sullo schermo è sulla metropolitana che si avvia veloce e frastornante verso un lunghissimo tunnel oscuro (visione pessimistica del futuro). Il regista ha illustrato le reazioni psicologiche vitali d’una persona “laica” in preda all’angoscia che non le permette di accettare la sorte che l’attende nella consapevolezza che essa gli pende sul capo come la spada di Damocle.