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LA «CRISI» E LA PUBBLICITÁ TELEVISIVA


di FRANCO SESTINI

La “crisi” finanziaria e le sue conseguenze di carattere economico e lavorativo, sono approdate anche nel mondo della pubblicità, laddove hanno compiuto due operazioni, apparentemente distinte, ma che a ben guardare sono collegate.

 

La prima operazione è quella che appare nel filmato del noto gestore di telefonia “WIND” che, con il suo testimonial Giorgio Panariello, nelle vesti di un ipotetico multimiliardario compie le più strampalate azioni, tese ad ostentare il proprio denaro anche a scapito di quelli che non ne hanno.

Nel commercial che è uscito in televisione durante la campagna natalizia, si è avuto un Panariello “diverso” e, soprattutto, un nuovo senso che l’autore ha dato allo spot, per cui la battuta ironica finale – immancabile in questi filmati – lascia l’amaro in bocca; spieghiamo la vicenda: il nostro miliardario, sempre vestito sullo stile del “frequentatore di spiagge”, sta distribuendo regali a tutti, a chi una miniera, a chi una cascata di diamanti, insomma, sempre le solite cose; improvvisamente arriva ad una bambina, seria e compunta, chiaramente diversa da tutti gli altri personaggi, che, interrogata dal protagonista su cosa desideri per regalo, risponde così (cito a memoria): “vorrei che tutti i ricchi distribuissero il 50% dei loro beni ai poveri”.

Dopo un attimo di imbarazzo di Panariello e della Incontrada, il comico se la cava con una battuta: “senti, bambina, ma una bambolina non sarebbe meglio??!!”

A memoria mia e di altri amici interpellati, è la prima volta che nella pubblicità fa capolino la politica, anche se non partitica; è segno che la gente è più disponibile ad accogliere queste battute oppure che la manovra è una cosa talmente importante che la pubblicità non può disattenderla, sottolineandone la non equità.

Ho parlato all’inizio di due operazioni e – dopo aver presentato la prima – è l’ora che vi dica anche la seconda: fateci caso, ma una miriade di aziende che non possono fare a meno della pubblicità, si sono presentate alla campagna autunno- inverno con lo stesso commercial dell’anno scorso; vi faccio solo alcuni esempi, tanto per inquadrare il problema.

Cominciamo dal Panettone Motta, con il bambino che è preoccupato dalla caduta di Babbo Natale lungo il camino e gli mette un panettone a mo’ di cuscino, invitandolo a buttarsi; “è morbido”, dice al vegliardo; ebbene se ricordate è lo stesso, identico della campagna 2010 e, mi pare, anche del 2009.

Abbiamo poi il filmato di Rovagnati, con il bambino che va dal padre salumiere, dove impara le nozioni del mestiere; alla domanda del padre se questo è “crudo o cotto”, risponde tranquillamente e con sicurezza che è “gran biscotto”; ovvio che il bambino è certo di quello che dice, è un anno che lo afferma!!

Nello spot di Barilla dedicato alle Lasagne, abbiamo la splendida voce di Mina che commenta l’operazione di infornatura delle lasagne, messe con amore, le una accanto all’altra: anche qui siamo in presenza dello stesso commercial del 2010.

Concludo ricordandovi quello del Pandoro Balocco, con il commendator Balocco che cura i propri manufatti fino alla loro consegna, prendendone uno per se e invitando gli altri a “fare i buoni”; lo ha fatto anche l’anno scorso, e l’anno prima!

Bene, che cosa è successo? Semplicemente che i tagli imposti dalla crisi, non hanno risparmiato i costi della pubblicità, che peraltro è considerata da tutti come un costo “indispensabile”; e allora cosa fare? Fermi restando l’investimento sulla pianificazioni sulle varie emittenti, mi sembra che cerchino di risparmiare utilizzando lo stesso filmato dell’anno scorso e sperando che il tutto funzioni!!

Franco Sestini

19 dicembre 2011

 


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