GLI EQUILIBRISTI
Regia: Ivano De Matteo
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Titolo del film: GLI EQUILIBRISTI
Titolo originale: GLI EQUILIBRISTI
Cast: regia: Ivano De Matteo sogg.: Valentina Ferlan scenegg.: Ivano De Matteo, Valentina Ferlan fotogr.: Vittorio Omodei Zorini mont.: Marco Spoletini mus.: Francesco Cerasi scenogr.: Massimiliano Sturiale cost.: Valentina Taviani interpr. prin.: Valerio Mastandrea (Giulio), Barbora Bobulova (Elena), Rolando Ravello (Franco), Maurizio Casagrande (Stefano), Lupo De Matteo (Luca), Paola Tiziani Cruciani (proprietaria appartamento), Grazia Schiavo (Stefania) durata: 100' colore location: Roma produz.: Rodeo Drive, Babe Films con Rai Cinema, Canal+, Sky Cinema, Mediaset Premium origine: ITALIA, 2012 distrib.: Medusa
Sceneggiatura: Ivano De Matteo
Nazione: ITALIA, FRANCIA
Anno: 2012
Presentato: 69 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2012 ORIZZONTI
Il regista. Ivano De Matteo, quarantenne romano, inizia la sua carriera artistica nel 1990. Il suo interesse spazia dal teatro al cinema e alla televisione. Il suo primo lungometraggio è ULTIMO STADIO del 2002, cui fa seguito LA BELLA GENTE (2008) in cui manifesta il suo interesse per gli argomenti di tipo sociale
La vicenda. Giulio Colelli ha quarant'anni ed è impiegato al comune di Roma. Apparentemente la sua è una vita tranquilla: una bella moglie (Elena) che lavora in spedale e due ragazzini (il piccolo e simpatico Luca e la più grandina ed esigente Camilla). Ma Giulio ha occasionalmente tradito la moglie che è venuta a saperlo. L'uomo sembra essere pentito, ma Giulia non riesce a farsene una ragione e tanto meno a perdonare. La tensione in casa aumenta sempre più. Giulia è nervosa, piange, fa delle scenate per un nonnulla. Si arriva così alla rottura del ménage familiare. Giulio capisce che è ora di andarsene di casa e, provvisoriamente, si fa ospitare da un amico. Ma ben presto si rende conto che questa non può essere la soluzione definitiva. Decide pertanto di andarsene in un albergo, poi cerca un monolocale in affitto ed infine va a finire in una pensione di infimo grado. L'avvocato, al quale i due coniugi si rivolgono, stabilisce le norme della loro momentanea separazione; norme che vanno a gravare sul bilancio economico di Giulio che fa sempre più fatica a sbarcare il lunario. Deve ricorrere a dei prestiti, cerca un lavoro supplementare ai mercati ortofrutticoli, ma poi non ce la fa fisicamente e viene licenziato. Riceve delle umiliazioni e, non potendo più pagare l'affitto, è costretto a dormire in macchina. Il Natale si avvicina, ma Giulio ormai sembra essere fuori di sé. L'ultimo approdo è presso la Caritas dove se non altro riesce a mangiare un piatto di minestra. Ma il suo equilibrio psichico sembra ormai compromesso e Giulio sta per gettarsi sotto il tram. Per fortuna non ci riesce e per fortuna la moglie e la figlia, che hanno capito il grado di disperazione cui l'uomo è giunto, si mettono sulle sue tracce e riescono a contattarlo col cellulare. Con aria assente, ma finalmente con una reazione, Giulio risponde: «Pronto».
Il racconto, che procede con una struttura lineare, sottolinea il graduale, lento, ma irreversibile, declino del protagonista, Giulio. A causa del suo tradimento la sua vita familiare va a rotoli e la sua situazione economica peggiora sempre più in un mondo dove «solo i ricchi possono permettersi il divorzio». La sua è una corsa verso l'abisso non solo economico, ma anche psichico e morale. Il finale del film, che sembra scivolare verso un conclusione melodrammatica, riesce però a recuperare un elemento di speranza, indicando l'unica soluzione possibile. Solo con la comprensione, l'affetto ed eventualmente il perdono è possibile evitare di cadere nel baratro e recuperare una vita dignitosa.
Opera dignitosa che affronta un argomento di grande attualità (le nuove povertà che nascono da un modello socio-economico in crisi) senza perdere di vista quei valori umani che sono insostituibili ieri come oggi.