EDUCAZIONE E MASS MEDIA: LA RIVOLUZIONE DI PADRE TADDEI
di GABRIELLA GRASSELLI
Edav N: 361 - 2008
L’articolo ampliato e completo di foto, schemi si trova in Edav n. 361 giugno 2008
Queste le indicazioni in materia di educazione all’immagine che troviamo nei curricula, oggi in vigore, della scuola italiana.
• Scuola dell’infanzia
C’è il tema «Linguaggi, creatività, espressione - Gestualità, arte, musica, multimedialità»
[…] Il bambino si confronta con i nuovi media e con i nuovi linguaggi della comunicazione, come spettatore e come attore. La scuola può aiutarlo a familiarizzare con l’esperienza della multimedialità, favorendo un contano attivo con i media e la ricerca delle loro possibilità espressive e creative.
[…] Esplora le possibilità offerte dalle tecnologie per fruire delle diverse forme artistiche, per comunicare e per esprimersi attraverso di esse.[...]
• Primo ciclo - scuola primaria e scuola secondaria di primo grado
C’è il tema «Arte e immagine»
Lo studio della disciplina arte e immagine ha la finalità di sviluppare e di potenziare nell’alunno la capacità di leggere e comprendere le immagini e le diverse creazioni artistiche, di esprimersi e comunicare in modo personale e creativo, di acquisire sensibilità e consapevolezza nei confronti del patrimonio artistico.
Il percorso formativo della disciplina dovrà di conseguenza riconoscere, valorizzare e ordinare l’insieme di conoscenze acquisite e di esperienze precedentemente realizzate dall’alunno nel campo espressivo e multimediale fuori dalla scuola, anche in modo frammentario. La disciplina contribuisce cosí in modo rilevante a far sí che la scuola si apra al mondo, portando l’alunno a confrontarsi criticamente con «la cultura giovanile» e con le nuove modalità di apprendimento proposte dalle tecnologie della comunicazione.
Attraverso il percorso formativo di tutto il primo ciclo, l’alunno impara a fruire ed utilizzare il linguaggio visuale e dell’arte.
In particolare il percorso permette all’alunno di leggere e interpretare in modo critico e attivo i linguaggi delle immagini e quelli multimediali; di comprendere le opere d’arte; di conoscere e apprezzare i beni culturali e il patrimonio artistico; di esprimersi e comunicare sperimentando attivamente le tecniche e i codici propri del linguaggio visuale e audiovisivo. L’alunno può cosí sviluppare ]e proprie capacità creative attraverso l’utilizzo di codici e linguaggi espressivi e la rielaborazione di segni visivi.
[...] Individuare nel linguaggio del fumetto, fílmico e audiovisivo le diverse tipologie di codici, le sequenze narrative e decodifícare in forma elementare i diversi significati.
[...] Riconoscere in un testo iconico-visivo gli elementi grammaticali e tecnici del linguaggio visuale (linee, colori, forme, volume, spazio) e del linguaggio audiovisivo (piani, campi, sequenze, struttura narrativa, movimento ecc.), individuando il loro significato espressivo.
[...] Sperimentare l’uso delle tecnologie della comunicazione audiovisiva per esprimere, con codici visivi, sonori e verbali, sensazioni. emozioni e realizzare produzioni di vario tipo.
[...] L’alunno padroneggia gli elementi della grammatica del linguaggio visuale, legge e comprende i significati di immagini statiche e in movimento, di fílmati audiovisivi e di prodotti multimediali. [...]
• Obbligo scolastico
Che cosa cambia nella scuola?c’è «L’asse dei linguaggi»
L’asse dei linguaggi ha l’obiettivo di fare acquisire allo studente la padronanza della lingua italiana come ricezione e come produzione, scritta e orale; la conoscenza di almeno una lingua straniera; la conoscenza e la fruizione consapevole di molteplici forme espressive non verbali; un adeguato utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
[...] La competenza digitale arricchisce le possibilità di accesso ai saperi, consente la realizzazione di percorsi individuali di apprendimento, la comunicazione interattiva e la personale espressione creativa.
[…] Elaborare prodotti multimediali (testi, immagini, suoni, ecc.), anche con tecniche digitali
[…] Principali componenti strutturali ed espressive di un prodotto audiovisivo. […]
• Istruzione secondaria superiore
1. Fanno parte del sistema dell’istruzione secondaria superiore […] i licei, gli istituti tecnici e gli istituti professionali,[…].
2.
• Formazione degli insegnanti
Nuova «disciplina dei requisiti e delle modalità di formazione iniziale e dell’attività procedurale per il reclutamento del personale docente, attraverso concorsi ordinari […]».
A fronte di tutta questa materia c’è la lunga esperienza e il lungo lavoro fatto da Padre Nazareno Taddei sj che con i suoi studi già dagli anni cinquanta ha dato risposta e fatto proposte. Oggi siamo ancora a quel punto e ci pare interessante riportare alcuni passi di alcuni sui interventi, tenuti in varie occasioni, dedicati alla scuola.
Negli anni 1963-64 ha sentito l’esigenza di proporre corsi sistematici rivolti agli educatori su queste tematiche, partendo dal linguaggio cinematografico, con un corso LETTURA STRUTTURALE DEL FILM al quale parteciparono responsabili dell’educazione anche di altre nazioni.
Negli anni 70 allarga il suo interesse alla didattica iniziando una collaborazione col Ministero della Pubblica Istruzione in varie forme.
1974: 1° Convegno Nazionale del CiSCS, «Educazione all’immagine e con l’immagine», tenutosi a Pescasseroli, nella relazione di apertura:
«(…) Il CiSCS s’è orientato decisamente verso l’impegno di collaborare alla liberazione dell’uomo contemporaneo dai condizionamenti (vera colonizzazione dei cervelli) indotti dai mass media e ha sentito il bisogno di rivolgersi sempre piú al mondo della scuola, considerandola – anche sotto un profilo strategico e tattico – quale passaggio obbligato di tutte le generazioni future. Era la spontanea conseguenza operativa di una metodologia maturata in tanti anni di studio e di esperienze. Oggi (…) il CiSCS opera sulla base metodologica dell’educazione A l’immagine e CON l’immagine, che parte sistematicamente dal concetto di “immagine tecnica”, considerata nei suoi aspetti semiotico, semiologico, e semantico, senza ovviamente trascurarne quelli correlativi cioè psicologico, sociologico e culturale. Su tale base metodologica, esso si rivolge a due distinti tipi di pubblico: quello extrascolare e quello scolare (si opera già in collaborazione col Ministero della Pubblica Istruzione), operando in due distinti momenti: sensibilizzazione e formazione. (…)»
1978: Convegno Nazionale UCIIM-CiSCS, «Mass-media e audiovisivi: una rivoluzione nell’azione didattica» tenutosi a Roma, nella prolusione:
«(…) la presenza dell’immagine tecnica e dei mass media nella nostra epoca ha portato una “rivoluzione” (…) del modo di comunicare e quindi di conoscere e quindi di vivere, non poteva non toccare – come ha toccato di fatto – anche il mondo della scuola. E per affrontare questo mondo nuovo, ci vuole un’altrettale rivoluzione di strategie didattiche, di interventi scientifici e operativi. Non bastano l’empirismo e il buon senso. (…) Rivoluzione nell’educazione (…) il linguaggio e quindi la mentalità concettuali sono stati sostituiti dal linguaggio e dalla mentalità contornuali: le stesse parole, nell’una o nell’altra mentalità, assumono significati diversi, non tanto come singolo significato verbale, bensí come veicolo di comunicazione di pensiero e di idee. Ed ecco la necessità della “rivoluzione” (…) piú che le “cose” valgono i “modi”; e, prima ancora, direi che bisogna sostituire una buona volta la “scienza della cultura” tanto oggi di moda, con la “scienza delle cose”. È un taglio nuovo, ch’è necessario, per non essere inutili o addirittura per non far disastri. Un taglio nuovo: è niente ed è tutto. (…) “modi” nuovi ed efficaci, (…) con la “lettura strutturale” dei mass media e con la “strategia dell’algoritmo contornuale”.»
1980: Convegno organizzato dall’AIF (Associazione Italiana Fotocine), in collaborazione col Ministero Pubblica Istruzione, sul tema «La fotografia come mezzo di formazione e comunicazione nella scuola», tenutosi a Roma in Campidoglio il 25 settembre.
In quel contesto appare sull’Osservatore Romano a firma di Planelli «“Scrivere con la luce” (significato della parola fotografia)‘è il concetto che ha aperto ieri in Campidoglio l’importante Convegno organizzato dall’AIF (…). Da Tokio a Boston, da Stettino a Barcellona, da Francoforte a Milano, da Londra a Roma, nove esperti del problema, docenti universitari e/o responsabili di enti specifici, hanno tenuto le relazioni davanti a oltre duecento persone di tutta Italia, qualificate nel campo dell’insegnamento o della comunicazione educativa. (…) Nazareno Taddei sj ha tenuto l’incisiva relazione metodologica introduttiva. Egli ha affermato (…) che la fotografia non è solo il fatto tecnico rivoluzionante la cultura della nostra epoca, essendo all’origine di tutti i mass media quale processo di comunicazione, bensí è un fatto che ha le sue radici nella realtà cosmica. Con la fotografia, infatti, l’uomo, “fatto a immagine e somiglianza di Dio”, ha captato al Creatore il suo stesso processo creativo: mentre la consueta creazione artistica rispecchia tale processo sotto il profilo (conoscitivo) degli archetipi cui corrispondono le “cose” del cosmo, la fotografia – analogamente al bing-beng iniziale, ch’è energia e luce – lo rispecchia, cogliendolo nel momento (ontologico) delle profondità dell’essere, di cui appunto quegli archetipi sono le sfaccettature. Come le “cose” sono “immagini” (fatte di luce materiale) dell’infinita Luce increata, cosí – analogamente – la fotografia è immagine “scritta con la luce” di tali “cose”. Ed è dalla considerazione di tale realtà, che egli è sceso alle concrete applicazioni della fotografia nella scuola, quale strumento educativo ormai indispensabile, sia come educazione alla “lettura”, sia come utilizzazione per l’insegnamento. Ma – ha notato‘– l’Università non ha preparato (ne può farlo in tempi brevi ) i docenti a tale compito nuovo, che richiede invece urgentemente una specifica preparazione. Occorre pertanto una soluzione, pratica ed efficace, seppur d’emergenza che egli ha indicato in una serie organica di corsi, a concezione piramidale in prospettiva geografica. (…) Rispondendo ai molti interventi che s’erano incentrati sulla sua relazione, il prof. Taddei ha detto che, pur nello stato attuale di frustrazione e di sgretolamento della Scuola italiana, egli si sente ottimista, perché ci sono ancora larghe frange di docenti che sentono l’insegnamento come missione. Si dia a costoro la possibilità di cose serie, basate scientificamente e non su chiacchiere culturalistiche; si diano strumenti validi (che ci sono) per affrontare l’insegnamento in una situazione completamente nuova; si finisca soprattutto di legiferare con criteri di lottizzazione, anziché di servizio sociale ed educativo; e il risveglio ci sarà nel giro di pochissimi anni. Nella Conclusione ufficiale, il Dr. Caruso, direttore generale del Ministero, associandosi a tale ottimismo, ha detto che le possibilità giuridiche, organizzative e anche finanziarie esistono; lasciando cosí sperare ai presenti che la seria, anche se rapida, preparzione metodologica e sistematica proposta dal Convegno possa essere presto affrontata.»
Da questo Convegno è nata l’operazione del Ministero Pubblica Istruzione EDACOF (educazione all’immagine e con l’immagine attraverso la fotografia) in collaborazione con l’AIF, per la formazione di 150 “formatori di formatori” della Direzione Tecnica. La responsabilità metodologico-culturale e la direzione dei corsi è stata affidata a P. Taddei e l’organizzazione al nostro CiSCS.
Al SICOF ’83 – DIDATTICA ’83 alla Fiera di Milano in un apposito stand del Ministero è stata presentata l’iniziativa con l’esposizione di lavori prodotti e una Tavola Rotonda ne ha illustrato il cammino. L’operazione si è conclusa nella sua prima fase nel 1986.
1988: Convegno CiSCS «Scuola, educazione e metalità massmediale» tenutosi a Lerici, nella relazione introduttiva su «La mentalità massmediale, fenomeno semiologico e sociale»: «Insomma, mi pare proprio si possa dire che gran parte del disagio attuale, tanto morale quanto sociale, (…) è dovuto in gran parte alla mentalità massmediale, che s’è diffusa e si diffonte a macchia d’olio col diffondersi dei mass media (…). Anche nel mondo della scuola e dell’educazione, la mentalità masssmediale sospinge purtroppo a muoversi secondo il vento di mode inquinate e strumentalizzate, che destabilizzano e sgretolano anziché costruire. Che se, grazie a Dio, queste mode sono destinate ad appassire come il fieno, anzi se finiscono praticamente per trasformarsi in boomerang contro i loro stessi sostenitori, intanti i danni li hanno fatti; e tutti, partendo dai bambini vittime innocenti, ne dobbiamo soffrire. (…) mi pare che per risolvere lo stato di disagio creato di fatto in gran parte dai mass media, sia necessario ricorrere all’educazione e quindi alla scuola. (…). È necessaria una rivoluzione. Sì questa mi pare la parola; una vera rivoluzione, pacifica ovviamente, ma urgente e decisa; una rivoluzione, per ridare alla società una corretta presa di coscienza dei diritti e dei doveri, delle possibilità e dei limiti, una tranquillità di sostanza, un ritorno al valore delle parole, dei propositi, dei fatti. (...)»
1989: Convegno CiSCS con l’Università di Sassari, il CMEA di Sorrento e la Regione Liguria, tenutosi a Lerici su «Educazione all’immagine: concetto e realtà», nella sua relazione: «(…)tutta la comunicazione di massa si muove sempre piú secondo una strategia che vorrei chiamare della confusione mentale. (…) si favoriscono quelli che teorizzano la confusione, e fino a un certo punto la trasgressione quale conquista di avanzamento e si escludono praticamente quelli che cercano di ostacolarla, accusandoli di strettezza mentale, di arretratezza. (…) Strategia che non è cominciata da oggi; già quasi una trentina d’anni fa s’era cominciato a sgretolare in Italia la mentalità e la pratica cristiane (…) perché ovviamente costituivano il principale ostacolo all’avanzamento d’una concezione materialistica della vita; e – guarda caso – dietro a questa operazione ben organizzata c’era da una parte il consumismo americano e dall’altra il materialismo dialettico sovietico. Vodka-Cola (1) (…) Ed ecco la necessità e il ruolo dell’“educazione all’immagine”, sottinteso massmediale. (…) Abbiamo cominciato noi del CiSCS, per primi, a usare il termine e il concetto circa 30 anni fa (…). “Educazione all’immagine” mi pare si debba far coincidere – oggi, di fatto – con ecologia mentale. Vale a dire: liberazione dall’inquinamento mentale che tende a schiavizzare inconsciamente, inconsapevolmente, divertendo, provocando emozioni e passioni (…). L’ecologia mentale è possibile, come dimostra tutta la nostra attività di questi 30 anni; ma non è sempre facile, perché richiede una corretta metodologia e una specifica e non leggera preparazione. (…) i nuovi Programmi della Scuola Elementare hanno introdotto l’“educazione all’immagine” come disciplina obbligatoria. (…)
«L’“educazione all’immagine” non è tanto importante quale fatto culturale (che pure è importantissimo), bensí quale mezzo di sopravvivenza della dignità dell’uomo contemporaneo. E per questo l’iniziativa – qualora ovviamente fosse impostata come si deve – può essere veramente rivoluzionaria: non solo cultura, ma vita! (...) La Scuola ha un compito imponente (…) ma è ovvio: qualora si rinnovi negli obiettivi e nei metodi. (...)»
1991: Corso propedeutico di aggiornamento «Introduzione alle tre educazioni (educazione all’immagine, motoria e musicale)», per tutti i 486 insegnanti elementari di lingua italiana della Provincia Autonoma di Bolzano.
Il Corso – richiesto dai nuovi Programmi Didattici per la scuola elementare -– è stato affidato al nostro Centro con la direzione del prof. Taddei sj per la parte culturale e dei contenuti.
«(…) Queste 3 Educazioni vengono chiamate o anche considerate le 3 discipline deboli; ma non è affatto vero; è un errore. È vero però che la riforma della Scuola Elementare e i nuovi Programmi Didattici ≠ – mentre, da una parte, hanno avuto l’attualissima intuizione di inserire queste 3 discipline nei fattori della riforma – dall’altra, non hanno dato loro il giusto rilievo e l’adeguata considerazione, nemmeno in sede teorica. Dico questo perché le altre discipline tradizionali (italiano, matematica, scienze, ecc.) danno informazioni e conoscenze certamente fondamentali e imprescindibili; però attinenti direttamente alla formazione culturale del fanciullo e solo indirettamente attingono (direi dall’interno) la sua personalità; le 3 educazioni invece, danno certamente informazioni e nozioni di carattere culturale, ma tendono direttamente e specificatamente (ovviamente se ben interpretate ed effettuate) alla formazione della personalità.
Infatti, l’Educazione all’immagine, tende soprattutto a salvaguardare la personalità dell’alunno dai condizionamenti dei mass media, oltre ad aprire l’animo nei confronti delle opere d’espressione umana, dall’artigianato all’arte vera e propria, al di là delle lingue e delle culture; quindi, tra l’altro, sono praticamente anche quell’“educazione alla convivenza democratica” che richiedono i programmi Didattici della Provincia.
L’Educazione motoria tende a sviluppare una personalità – direi – spaziotemporale del ragazzo, introducendo il “fare”, accanto al “dire”, come strumento di vita e contrapponendosi cosí, tra l’altro, all’attuale concezione dello sport quale oggetto di fruizione e non quale strumento di formazione, per cui p.e. “sportivo”, oggi, non è pratica uno sport, bensí chi lo segue dall’esterno nel suo aspetto agonistico, generalmente attraverso i mass media, con le conseguenze deleterie e talvolta tragiche del fanatismo che purtroppo tutti conosciamo.
L’Educazione musicale, infinem tende anch’essa alla formazione della personalità – e non solo a fornire informazioni culturali – integrandosi con quella Motoria per quanto riguarda ritmo e armonia spaziotemporale e a quella dell’Immagine per quanto concerne contatto, attraverso la lettura, con chi si esprime con quel linguaggio; e quindi possibilità di ampliamento esistenziale, al di là appunto delle singole culture e delle singole lingue (senza dire dei profondi aspetti culturali che essa offre).»
1992: «Scuola 2000: insegnare con l’immagine – una metodologia» è il Convegno che il CiSCS ha organizzato con l’Università di Milano, Cattedra Matematiche, il CMEA di Sorrento e la Provincia di La Spezia a Bocca di Magra di Lerici.
Nella relazione: «Una metodologia per l’insegnamento nel passaggio dall’epoca della parola all’epoca dell’immagine», P. Taddei parla delle tre epoche (2) della comunicazione per arrivare alla necessità odierna della traduzione di un concetto in immagine, vediamo: «La prima grande epoca della storia conosciuta dell’umanità sotto il profilo della comunicazione è l’epoca dell’immagine. (…) una seconda epoca dell’umanità: l’epoca della parola (…) la terza grande epoca, la nostra, è l’epoca dell’immagine tecnica. (…) E ora qualche accenno alla nostra metodologia. Noi ci basiamo anzitutto sul criterio del “cosa-come-perché”. (…) Un secondo criterio è questo: le immagini che utilizziamo nel nostro insegnamento devono essere adeguate ad esso. Ma non tutte le immagini che si incontrano lo sono, anzi sono poche; noi non sempre siamo in grado di farle. Allora, come minimo, dobbiamo imparare come si fa a rendere didattiche ed educative anche quelle che non lo sono. Cosa possibile, anche se non sempre facile. Un terzo criterio, alquanto piú complesso è quello dell’“usare, fare, far fare immagini”. Chi deve “usare” o “fare” o “far fare” è sempre il docente; e l’azione dev’essere sempre e solo quella immediatamente didattica o educativa. (…) Per rendere concreta l’attuazione di questi criteri (…) abbiamo studiato e sperimentato una metodologia, che è la combinazione della comune strategia dell’algoritmo, della concezione cibernetica presa nei suoi concetti essenziali e particolarmente dell’utilizzazione dell’immagine tecnica. Abbiamo cioè cercato di combinare tutte le esigenze: da quella semiologica a quella psicologica; da quella validità teorica a quella dell’immediatezza pratica; il tutto però considerato sotto il profilo sostanziale di comunicazione: la contornualità al posto della convenzione. Ne è nata quella che noi chiamiamo la “strategia dell’algoritmo contornuale”, un algoritmo cioè realizzato con segni contornuali, cioè con l’immagine di qualunque tipo esso sia. Nella configurazione, noi consideriamo particolarmente l’obiettivo, esigiamo sia preciso e severo: deve cosiderare l’intenzione e l’idea centrale e per questo deve partire con le parole “Voglio dire che…”, cui necessariamente seguono (…) vari criteri per la realizzazione dell’algoritmo, cioè della lezione. (…) Ma in questo processo, noi curiamo in maniera tutta particolare quello che chiamiamo la traduzione. Per “traduzione” intendiamo non già la traduzione da lingua a lingua; bensí l’operazione mediante la quale portiamo a esprimere contornualmente, cioè in immagini, un qualcosa che di natura sua è concettuale, come minimo perché espresso a parole, cioè un’idea. (…) per poter fare traduzione, noi abbiamo studiato e applichiamo precisi criteri che (…) si riassumono in un criterio di base che si può enunciare in questo modo “per fare una traduzione, è necessario trovare una CHIAVE di natura contornuale, che diventi “chiave” o “idea” compositiva del segno che si vuol fare. (…) Come si vede, fare un discorso d’insegnamento per immagini (…) è molto serio. (…) Se si trattasse solo di un optional dell’insegnamento, direi che non vale la pena venga affrontato, se non per particolare interesse personale. Ma qui si tratta del fatto che, senza badare seriamente a questi problemi, c’è il pericolo non solo di rendere il nostro insegnamento poco efficace e inutile, bensí soprattutto di contribuire proprio con la nostra azione, che vorremmo fosse educativa, allo sfacelo mentale e morale delle nuove generazioni.»
Le citazioni possono essere fermate a questo punto, ma tanti altri interventi hanno preceduto o seguito queste che abbiamo segnalato, nei quali P. Taddei ha continuato ad approfondire, esporre, proporre i suoi studi, fino ad arrivare al Convegno CiSCS su Papa Wojtyla nel 2006, l’ultimo che ha presieduto e di cui si fa cenno Luigi Zaffagnini nel suo articolo a pag. 22.
Per riassumere e rispondere alle esigenza della scuola è necessaria una corretta metodologia, una formazione adeguata degli insegnanti con conseguente ricaduta sugli studenti.
Noi proponiamo la metodologia Taddei della «lettura strutturale» e della «strategia dell’algoritmo contornuale», sicuri di poter dare un valido contributo alla Scuola.
NOTE
(1) L’espressione è ispirata dal libro di Charles Levincon, Vodka Cola, pp.34, ed. Vallecchi, Firenze, 1978
(2) Argomento già precedentemente affrontato come p.e. nella relazione tenuta nel 1964, al 1° Convegno Europeo SJ sui mezzi della comunicazione sociale, a Barcellona, Spagna.