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DISCONNECT



Regia: Henry-Alex Rubin
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Titolo del film: DISCONNECT
Titolo originale: DISCONNECT
Cast: regia: Henry-Alex Rubin – scenegg.: Andrew Stern – fotogr.: Ken Seng – scenogr.: Dina Goldman – cost.: Catherine George – mus.: Max Richter – interpr. princ.: Jason Bateman, Hope Davis, Frank Grillo, Michael Nyqvist, Paula Patton, Andrea Riseborough – durata: 110' – colore – produz.: LD Entertainment, Wonderful Films – origine: USA, 2012 – distrib. intern.: Exclusive Media Italia Filmauro 9.1.2014
Sceneggiatura: Andrew Stern
Nazione: USA
Anno: 2012
Presentato: 69 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2012 – FUORI CONCORSO

Il regista Henry-Alex Rubin è nato negli USA nel 1973, ha studiato cinema alla Columbia University e ha cominciato a lavorare come aiuto regista per James Mangold. Dopo due co-regie (WHO IS HENRY JAGLOM? e MURDERBALL) si presenta ora a Venezia con un'opera tutta sua che affronta il problema quanto mai attuale della dipendenza da web.

Le vicende del film sono tre.

La prima è quella di una giornalista televisiva che cerca compagnia maschile per chattare. Si collega con un sito porno dove inizia il suo rapporto (solo verbale) con un ragazzo minorenne che fa parte di un'organizzazione legata alla prostituzione minorile. Dopo alcuni contatti la donna si incontra con il ragazzo e rivela il motivo che l'ha spinta a fare ciò: fargli un'intervista (naturalmente conservandone l'anonimato) per parlare della prostituzione. Il ragazzo accetta, il servizio viene mandato in onda e la donna riceve un sacco di complimenti per lo scoop che è riuscita a fare. Ma ad un certo punto l'FBI incomincia ad indagare e vuole sapere dalla donna il nome del suo informatore per poter arrestare i capi dell'organizzazione. Lei è costretta a fornirlo con la promessa che il ragazzo verrà assegnato ai servizi sociali. Ma una soffiata fa scappare tutti i membri dell'organizzazione. La giornalista li segue per salvare il ragazzo, ma viene scoperta dal capo della banda che sta per ucciderla. Sarà il ragazzo a salvare lei, che alla fine si rende conto di aver sfruttato il giovane per fare carriera.

La seconda è quella di una donna che ha perso il suo bambino e che ora non riesce ad averne un altro. Il suo rapporto con il marito (ex marine ed ora avvocato) è pressoché inesistente e quindi si mette a chattare per avere qualcuno con cui confidarsi. Dopo vari contatti succede una cosa strana: qualcuno è riuscito a clonare i suoi dati e a prosciugarle il conto in banca. Il marito rimprovera la moglie per la sua leggerezza, denuncia la cosa alla polizia e poi chiede aiuto ad un detective privato per scoprire il responsabile. Una volta venuto a conoscenza del corrispondente della moglie, si mette sulle sue tracce per punirlo. Una volta scoperto dove abita, riceve però la comunicazione da parte del detective che c'è stato un errore e che il responsabile non è lui. Ma l'uomo, che si era accorto di essere seguito, lo affronta con il fucile in mano. Potrebbe scapparci il morto, ma la moglie interviene, si fa riconoscere, assicura il marito di non aver fatto niente di illecito ed evita così uno spargimento di sangue. Alla fine i due coniugi ritrovano l'armonia e l'amore.

La terza è quella di due ragazzini che, per scherzo, mandano messaggi proibiti ad un loro amico pieno di problemi e di complessi. Il ragazzo si lascia andare e manda la sua foto che lo ritrae nudo. Naturalmente la foto verrà diffusa in tutta la scuola e diventerà motivo di derisione e dileggio. Il ragazzo, sconvolto, decide di impiccarsi e viene salvato in extremis dalla sorella che fino ad allora non aveva manifestato grande attenzione per lui. I genitori del ragazzo, che ora è ricoverato in ospedale in coma, una volta scoperta la causa del grave gesto del figlio, cercano di scoprire il responsabile. Si viene così a sapere che uno dei due ragazzini, quello più attivo, è il figlio del detective di cui s'è parlato nel secondo episodio (un uomo ex poliziotto che si è preso cura del figlio dopo la morte della moglie). La verità viene scoperta quasi contemporaneamente sia da parte del padre del ragazzino (che rimprovera aspramente il figlio), sia da parte del padre della vittima. Questi si reca a casa del responsabile: i due uomini, ciascuno dei quali difende il proprio figlio, vengono alle mani e anche qui potrebbe scapparci il morto. Ma poi gli animi si calmano e il padre del ragazzo in coma può far ritorno in ospedale dove si ritrova con tutta la famiglia in un clima di ritrovata serenità. L'affetto della sorella, che mette la cuffia con la musica all'orecchio del fratello e si corica accanto a lui, fa sperare che anche questa tragedia venga evitata.

Il racconto, attraverso un abile montaggio parallelo, passa da una storia all'altra con il chiaro intento di accumunare i tre episodi in vista di un'unità tematica. In tutte e tre le vicende ci sono elementi comuni.

Prima di tutto l'autore presenta la fragilità dei vari personaggi e i problemi che ciascuno di loro si trova ad affrontare. In modo particolare: il detective ha perso la moglie e cerca di prendersi cura del figlio, ma questi dice che vivere con suo padre è come vivere in prigione; la donna del secondo episodio ha perso il bambino e la sua situazione familiare è decisamente negativa; situazione negativa anche nella famiglia del ragazzo che tenta il suicidio (che ad un certo punto definisce suo padre «un coglione»); ecc.

Tutti gli avvenimenti nascono dall'uso che viene fatto delle nuove tecnologie. C'è chi lo usa per far carriera, senza rendersi conto che ciò può portare a forme di sfruttamento; chi per superficialità e per gioco, senza capire le gravi conseguenze che possono derivarne; chi per avere un po' di compagnia, con buona dose di ingenuità. L'uso di tali mezzi produce di fatto una serie di conseguenze negative che potrebbero sfociare in tragedia.

Solo quando i personaggi si incontrano (e magari si scontrano) sul piano personale, è possibile chiarire gli equivoci, rendersi conto degli errori commessi e trovare una strada che porta alla pacifica convivenza e alla riconciliazione.

Alla fine ognuno ha maturato una nuova consapevolezza ed è maturato sul piano dei valori: la giornalista viene salvata e si rende conto del suo errore; i due coniugi riscoprono il loro amore e non pensano più al denaro perso; il padre detective rimprovera il figlio ma lo protegge, conscio delle sue manchevolezze; la famiglia della vittima si trova unita in un amore che sembrava non esistere più.

L'autore pertanto vuole denunciare l'uso indiscriminato e scriteriato (o anche semplicemente superficiale) delle nuove tecnologie che può produrre guasti gravi e conseguenze drammatiche. Solo con il contatto personale è possibile dar vita a rapporti autentici che permettono di riconoscere i propri errori e di capire i problemi e le ragioni degli altri. Riscoprendo così certi valori che troppe volte sono stati dimenticati o offuscati.

 


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