LA NAVE DOLCE
Regia: Daniele Vicari
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: LA NAVE DOLCE
Titolo originale: LA NAVE DOLCE
Cast: regia.: Daniele Vicari scenegg.: Daniele Vicari, Antonella Gaeta, Benni Atria - mont.: Benni Atria fotogr.: Gherardo Gossi mus.: Teho Teardoi interpr. princ.: Eva Karafili, Agron Sula, Halim Milagi, Kledi Kadiu durata: 90 colore produz.: Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori origine: Italia/Albania, 2012 distrib.: Microcinema (8.11.2012)
Sceneggiatura: Daniele Vicari, Antonella Gaeta, Benni Atria
Nazione: ITALIA ALBANIA
Anno: 2012
Presentato: 69 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2012 FUORI CONCORSO Proiezioni Speciali
L’otto agosto 1991 la nave albanese Vlora, arrivata da Durazzo, era dolce “perché carica di 10.000 tonnellate di zucchero”. La storia di quel giorno fu però amarissima. Durante le operazioni di carico e scarico della merce, circa 20.000 albanesi, quel giorno esposti al sole sulla lunghissima spiaggia, spinti dalla fortunata occasione di abbandonare l’Albania dopo 50 anni di regime comunista, si riversano come una marea di gente sulla Vlora e alcuni di loro armati, obbligano il capitano a far rotta verso l’Italia, Eden del benessere. Brindisi vieta l’entrata in porto; bisogna puntare su Bari. Il formicaio umano invade la banchina del porto. La Polizia è impotente, così nella verifica degli arrivati, uomini, donne, bambini, come nella provvisoria sistemazione di accoglienza. Il Sindaco dispone che tutti siano avviati allo Stato calcistico. Il sole torrido, la mancanza di cibo e di acqua, l’assenza di servizi igienici, rischiano di provocare un’epidemia.. Proteste e rivendicazioni con sommosse di attesa di condizioni di vita umane non ottengono alcun risultato. Unica soluzione consiste nell’operazione rimpatrio organizzata dal Governo. 2.000 albanesi riescono a sfuggire al controllo e dopo più di 20 anni sono ancora in Italia. L’intervento personale di Francesco Cossiga che si impegnò di proporre alle autorità competenti la destituzione del Sindaco imprudente, testimonia la gravità del fatto.
Il regista per girare il film si è avvalso di documenti televisivi dell’epoca dei fatti e della testimonianza diretta degli interessati che è riuscito a rintracciare. È forte l’impatto umano del caso rievocato e cinematograficamente ricostruito. Esso è stato il primo grande tentativo di immigrazione albanese nel nostro Paese. La maggior parte dei disperati che sognavano una vita migliore di quella provvisoriamente lasciata alle spalle,sono rimasti delusi. La ricerca dei documenti di quel tempo e il relativo restauro ha permesso di rievocare un fatto di cronaca che non deve essere dimenticata, anche perché, a distanza di due decenni, le condizioni generali degli interessati non sono molto migliorate.
