KEEP SMILING
Regia: Rusudan Chkonia
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: KEEP SMILING
Titolo originale: KEEP SMILING
Cast: regia e scenegg.: Rusudan Chkonia mont.: Jean-Pierre Bloc, Levan Kukhashvili fotogr.: Sopo Bazghadze, Mamuka Esadze, Dima Arsanis, Giga Iakobashvili interpr. princ.: Ia Sukhitashvili (Gvantsa), Gia Roinishvili (Otar), Olga Babluani (Elene) durata: 91 colore produz.: Rusudan Chkonia, M.Nicolas Blanc origine: FRANCIA/GEORGIA/LUSSEMBURGO, 2012 distrib. intern.: Doc & Film International
Sceneggiatura: Rusudan Chkonia
Nazione: FRANCIA GEORGIA LUSSEMBURGO
Anno: 2012
Presentato: 69 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2012 GIORNATE DEGLI AUTORI
Al concorso di bellezza dotato di un ricco premio in denaro, più un appartamento, vogliono partecipare dieci donne del popolo georgiano. Il regista ce le presenta ad una ad una. Le vediamo in casa, nelle relazioni con i mariti o i fidanzati, con i figli minorenni e parenti pettegoli. La febbre del successo le contamina e il premio le entusiasma nell’attesa di realizzare sogni per la comune povertà, proibitivi.
Iniziano le prove per la selezione e la preparazione della performance personale, da presentare prima del saggio collettivo in presenza del pubblico che dovrà votare e scegliere la più bella. Le lezioni di ballo impartite dal maestro si prolungano e la preoccupazione di chi vuol recitare una poesia, eseguire una danza acrobatica, cantare una famosa canzone popolare, occupa le candidate che del resto sono tutte selezionate e accettate. Quella che, data la grinta che dimostra, chiamano “tigre”, vuole presentare la “ciaccona di Bach per violino”. Per sua…disgrazia è l’unica che presenta in modo decente quanto ha preparato. I giorni passano e la finale del concorso si avvicina tra invidie e gelosie delle dieci candidate, litigi con i mariti gelosi, interruzioni forzate delle prove perché il bebè reclama la poppata e la piccolina esige le coccole della mamma. Ad una ad una si presentano finalmente sul palcoscenico al pubblico. È la circostanza in cui succede di tutto. Le due azioni più gravi sono l’intervento del presentatore dello spettacolo che – per obbedire al Presidente della Giuria – interrompe bruscamente l’esecuzione della violinista e “sfrontatezza” aveva accusato il presidente stesso di manovre e sotterfugi per non chiarire dubbi e sospetti fondati. Il secondo episodio riguarda il solito signor Presidente che si apparta con una candidata in audaci effusioni. Il marito dell’interessata sente che il responsabile minimizza vigliaccamente “si trattava soltanto di sesso. Ho vietato al fotografo di riprendere il fatto!”. In realtà il giorno dopo la rivista per soli uomini esibisce la donna sola ma in abbigliamento completamente discinto. Suo figlio diciassettenne rimane profondamente colpito dalla condotta della madre e se ne dichiara “scandalizzato”.
La violinista ha capito bene, finalmente, il vero motivo dell’indizione del concorso: si denuda sul palco (“è questo che volevate?”) e, disperata si taglia le vene per protesta. Le altre nove candidate si ritirano compatte per cui il premio non viene assegnato.
Il filmetto procede a singhiozzo, alternando interni di famiglia e prove in teatro, le dieci interprete, eccetto la “tigre”, fanno quello che possono, esibendo la loro disinvolta mancanza professionale. La fotografia delle riprese è povera e talvolta pressappochistica; le musiche che accompagnano le popolari ballerine è di genere ritmico popolare.
Attenzione, sembra infine esortare il regista: prima di scegliere di seguire certi pifferai magici, informatevi prudentemente dei loro progetti e delle loro intenzioni.
