PER UNA ECOLOGIA MENTALE E DELLA PERSONA UMANA
di GIAN LAURO ROSSI
Edav N: 364 - 2008
L’articolo ampliato e completo di foto, schemi si trova in Edav n. 364 novembre 2008
Abbiamo chiesto a monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, di commentare una sua frase, riportata a suo tempo anche su EDAV n. 344, che diceva cosí: «Ricostruire una ecologia della persona umana significa favorire il movimento dell’uomo verso Dio». Lo stesso monsignor Negri ci ha mandato un testo (qui di seguito) nel quale tratta appunto di «una ecologia della persona umana». Nello stesso EDAV vi era anche riportata la frase di padre Taddei tratta dal Convegno del 1989 su «Educazione all’immagine: concetto e realtà» che di fatto formalizzava il termine di Ecologia mentale. Infatti, riteneva indispensabile «la necessità e il ruolo dell’educazione all’immagine, sottinteso massmediale… che mi pare si debba far coincidere, oggi, di fatto, con l’Ecologia mentale. Vale a dire: liberazione dall’inquinamento mentale che tende a schiavizzare inconsciamente, inconsapevolmente, divertendo, provocando emozioni e passioni…».
Quindi, sia monsignor Negri che padre Taddei propongono di tenere al centro dell’interesse prevalente odierno la questione della libertà della persona attraverso il concetto dell’Ecologia, in modo da evitare o contenere gli elementi di nocività presenti nell’ambiente culturale o massmediale contemporaneo. Taddei già nel 1989 parlava di Ecologia riferendola alla «mente», mentre monsignor Negri la riferisce alla «persona». Il problema evidenziato da entrambi, è lo stesso. Infatti, monsignor Negri durante il Convegno organizzato da padre Taddei nel 1988 dal tema «Scuola, educazione e mentalità massmediale» ha sostenuto un ragionamento di grande attualità sulla cultura primaria e secondaria e, a supporto di tale argomentare, ha proposto un passo di Giovanni Paolo II tratto da «Dives in misericordia» n. 11 che dice: «I mezzi tecnici a disposizione della civiltà moderna (e i mass media sono di questo tipo) celano infatti, non soltanto la possibilità di auto distruzione per via di un conflitto militare, ma anche la possibilità di un soggiogamento pacifico degli individui, degli ambiti di vita, di società intere e nazioni, che per qualsiasi motivo possono riuscire scomodi per coloro i quali dispongono dei relativi mezzi e sono pronti a servirsene senza scrupoli».
A conclusione di quel convegno e, tenendo anche conto delle riflessioni di monsignor Negri, padre Taddei ebbe a dire che «il fenomeno della mentalità massmediale è gravissimo e gravido di conseguenze sotto il profilo umano e sociale, oltre che morale, e non si può continuare a lasciarlo correre a briglia sciolta, perché ci tocca tutti e coinvolge la gerarchia dei valori stabiliti dalla natura dell’uomo…. La soluzione può venire praticamente solo mediante attività sia formative sia culturali (monsignor Negri nella sua relazione insiste molto su questi concetti), impostate però su precise e corrette basi scientifiche e metodologiche…».
Quindi penso si possa sostenere che una vera Ecologia della persona è connaturata con l’Ecologia mentale, in quanto, come sostiene il vescovo di San Marino, «i cristiani lavorano per una vera ecologia della persona se, nella loro vita e nella loro parola, testimoniano che Cristo, morto e risorto, è presente nella Chiesa, è l’unica possibilità di salvezza per l’uomo di ogni tempo e, quindi, anche di questo nostro tempo.» Sempre che, aggiungerebbe a mio avviso Taddei, gli stessi cristiani sappiano affrontare in modo scientifico tutta la problematica della mentalità massmediale, con i relativi strumenti metodologici e liberalizzanti che contrastano l’attuale schiavitú mentale in essere.
Monsignor Negri è tornato sul tema dell’Ecologia umana (per la precisione «Ecologia umana contro le vere emergenze ambientali») anche in un recente convegno, il 5 ottobre a San Marino, dedicato ai cambiamenti climatici e allo sviluppo. In quella circostanza, il vescovo ha messo in guardia dalla «scienza che serve solo se stessa e non risponde alle necessità degli uomini di vivere meglio». La scienza, al contrario, «deve avere come orizzonte il bene dell’uomo». Quindi «solo se l’approfondita conoscenza della realtà è in funzione del miglioramento delle condizioni dell’uomo, la scienza è in funzione del bene comune».
Ma ecco il testo di monsignor Negri per EDAV.
«La persona umana è stata la grande vittima di un secolare processo: il processo delle ideologie totalitarie che hanno ingabbiato la persona nella sua concretezza storica, nella sua fatticità – in visioni totalizzanti di carattere scientifico e tecnologico e sociale che l’hanno considerata semplicemente come un fatto, da analizzare in senso scientifico e di cui progettare la trasformazione in senso tecnologico. Non piú “un qualcuno” ma “un qualche cosa”, come ha detto recentemente il Card. Carlo Caffarra in un suo felicissimo intervento. Una persona umana„ ridotta, come affermavano i Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II, ridotta semplicemente a “particella di materia” o a “cittadino anonimo della città umana”. La manipolazione socio-politica e quella tecno-scientifica sono stati i due movimenti storici che hanno teso a distruggere qualsiasi obiettiva considerazione della persona umana. Per ricostruire una ecologia della persona umana, bisogna, innanzitutto, come ci ha insegnato Giovanni Paolo II, dire la verità dell’uomo e la verità sull’uomo.
«1. La verità dell’uomo
«La verità dell’uomo è che strutturalmente l’uomo è un ricercatore della verità. Mosso dal suo cuore che ha un’espressione singolare e acutissima nella sua ragione, l’uomo è da sempre e per sempre alla ricerca della verità, cioè della sua identità profonda, che permane nel flusso e nel riflusso delle reazioni e delle circostanze. Ogni persona, in cui vibri la passione per la propria umanità, vive una inesorabile tensione al vero, al bene, alla giustizia ed alla bellezza. Come ci ha insegnato Sant’Agostino. Ogni uomo che viene in questo mondo sente in sé “il naturale desiderio di vedere Dio”, come ha definito in modo insuperabile la questione San Tommaso D’Aquino. Ricostruire un’adeguata ecologia della persona umana esige dunque che venga riconosciuto ad ogni uomo la libertà di rimettersi di fronte alla grande questione del senso ultimo della sua esistenza: senza questa tensione non esiste vera esistenza umana, come ci ha insegnato Platone, perché “l’uomo supera infinitamente l’uomo” (Pascal). Una società che non consenta, anche sotto il profilo delle strutture e delle istanze istituzionali all’uomo, nella sua personalità e nel concreto articolarsi della sua vita sociale, la libertà della sua ricerca religiosa, è una società in cui si rischia di fare abortire la persona umana, nella sua assoluta unicità e irripetibilità. Una società di individui costretti di fatto a non considerare la propria coscienza e la domanda religiosa che essa contiene, non è una società di persone libere e responsabili. Il grande letterato Grossman nel suo straordinario romanzo “Vita e destino”, un’autentica autobiografia del popolo russo schiacciato dalla barbarie comunista, dice che la società sovietica era come un immenso campo di concentramento; ed aggiungeva che il campo di concentramento è stata “la cifra” di tanta società moderna e contemporanea. Diceva Gesú nel Vangelo: “Che vale all’uomo se conquista anche tutto il mondo e poi perde la sua anima. Che darà in cambio della sua anima?”. Ricostruire una ecologia della persona umana significa favorire il movimento dell’uomo verso Dio. Nel suo primo messaggio del Natale 1978 Giovanni Paolo II affermava: “Se le nostre statistiche umane, le catalogazioni, gli umani sistemi politici, economici e sociali, le semplici umane possibilità non riescono ad assicurare all’uomo che egli possa nascere, esistere ed operare come unico ed irrepetibile, allora tutto ciò glielo assicura Dio.
«2. Dire la verità sull’uomo
«Ma non basta dire la verità sull’uomo, è necessario assumersi anche la responsabilità di dire la verità sull’uomo. Non posso non dirvi, carissimi amici, che da duemila anni la Chiesa dice e ridice all’uomo tutta la verità su di lui. “Cristo rileva all’uomo tutta la verità su di lui” (R.H, 10). Cristo, Figlio di Dio e figlio dell’uomo, è la presenza definitiva del Padre Eterno, che libera l’uomo dal male e lo rende misteriosamente ma realmente partecipe della Sua stessa vita. Vi ripeto la straordinaria affermazione che Giovanni Paolo II propose ai partecipanti al Meeting dell’amicizia fra i popoli, nel Suo indimenticabile incontro con loro il 29 agosto 1982: “L’umanità di Cristo, attraverso il mistero della Croce e Resurrezione, è diventato il luogo in cui l’uomo, vinto ma non annichilito dal peccato, ha ritrovato la propria umanità. Dunque, gli uomini di buona volontà lavorano per un’autentica ecologia della persona se vanno fino in fondo alla loro domanda di senso che non può essere mai assopita e, soprattutto, non può essere contrabbandata con nessun possesso. I cristiani lavorano per una vera ecologia della persona umana se, nella loro vita e nella loro parola, testimoniano che Cristo, morto e risorto e presente nella Chiesa, è l’unica possibilità di salvezza per l’uomo di ogni tempo e, quindi, anche di questo nostro tempo.» (Luigi Negri, Vescovo)