SU RE
Regia: Giovanni Columbu
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: SU RE
Titolo originale: SU RE
Cast: regia.: Giovanni Columbu – mus.: Ben Lovetty - interpr. princ.: Fiorenzo Mattu (Gesù) – durata: 87' – colore – produz.: Luches Film – origine: ITALIA, 2012 – distrib.: Sacher Distribuzione
Nazione: ITALIA
Anno: 2012
Presentato: 30 TORINO FILM FESTIVAL 2012 - Torino 30
Il regista con la cinepresa a spalla vuole rievocare la Passione di Gesù facendola interpretare a modo suo da popolani sardi. Il film adotta la struttura ad inclusione: Maria, la madre di Gesù, compiange il figlio morto e rievoca circostanze ed episodi precedenti. Tra i personaggi chi parla usa il dialetto stretto: lingua essenziale, aspra come le montagne sarde, comunicativa malgrado la rozza pronuncia, tradotta per lo spettatore con didascalie italiane. Un doppio rumore accompagna costantemente l’azione, che si rifà ai racconti dei quattro evangelisti: la voce drammatica del vento di tempesta che spira tra le rocce, al quale s’aggiunge al calpesti della gente che sposta sassi e schegge di pietre nere. Alla sacra rappresentazione partecipano centinaia di uomini e donne, tutti infagottati in larghi neri tabarri. Il regista li riprende di faccia in PP. Indistinti corali commenti e gesti mimici essenziali accompagnano le scene. Sono tutti coinvolti dalla tragedia del Maestro sofferente. Il caso Gesù non lascia indifferente nessuno. Alcuni lo deridono per la sua presunta figliolanza divina. I personaggi in autorità, sacerdoti e soldati, parlano con tono di sussiego imponendosi su tutti. Gesù rimane sempre muto: soffre, si lamenta delle spine, delle sferzate, delle offese, dei chiodi che lo trafiggono. Umanissimo e dignitoso. Brutto fisicamente ma...vero. Il gruppo delle pie donne al sepolcro, tragico coro greco, si distingue dalla folla anonima. La madre di Gesù ai piedi della croce imita e ripete gesti e atteggiamento della madre di Pier Paolo Pasolini a suo tempo convinta dal regista a interpretare il medesimo ruolo nel suo VANGELO SECONDO MATTEO. Quando alla morte del crocifisso la terra trema, il nero gregge della folla si disperde, controllato da ‘romani’ a cavallo. Il film termina affermando che Gesù, morto nell’oscurità del Calvario, ora splende nella luce della Risurrezione.
Tutti gli episodi, fedeli ai racconti evangelici adattati con rispetto intelligente a diventare film, sono rappresentati tra rocce e forre scoscese e pericolose, eccetto la scena del processo che si svolge su un tavolato posticcio che ricopre i sassi. L’originalità dello spettacolo affascinante (si può ancora essere originali dopo numerosissimi tentativi cinematografici di riferirsi alla PASSIONE!) si avvale spesso della fotografia contro luce facendo risaltare i personaggi come silhouettes; l’insistenza sui particolari dei volti umanissimi trovano esemplari modelli, oltre che nel Vangelo di Pasolini, nella PASSIONE DI GIOVANNA D’ARCO di Dreyer. La ripetizione delle espressioni degli accusatori contro Gesù scandiscono con forza bruta molto efficace la loro “convinzione” di trovarsi di fronte ad un imbroglione. Lo straziante coro musicale che chiude il film esprime il rimpianto per il tradimento subito dalla vittima innocente e la tremenda esecrazione più volte ripetuta da un personaggio della folla: “ SE è innocente, il suo sangue ricada su noi tutti!”.