BLANKETS FOR INDIANS
Regia: Ken Jacobs
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: BLANKETS FOR INDIANS
Titolo originale: BLANKETS FOR INDIANS
Nazione: USA
Anno: 2012
Presentato: 30 TORINO FILM FESTIVAL 2012 - TFFdoc Documenti
Il regista americano racconta dal vivo d’essersi trovato a New York di fronte ad una zampillante fontana con il desiderio di sperimentare gli effetti di ripresa con una microcamera fornita di tecnologia per ottenere effetti tridimensionali. Mentre riprendeva le scene idriche fu disturbato da una folla scomposta che manifestava contro non si sa bene chi e che cosa ma certamente “contro il Potere”. Il risultato involontario diventò un film ‘politico’.. Che esso sia tale non c’è dubbio per diversi motivi. Anzitutto perché così è risultato delle circostanze dal contesto, in secondo luogo a causa dei cartelli provocatori sostenuti dalla folla, e soprattutto a motivo delle urla gridate dai manifestanti e poi inserite dal regista nel film come didascalie. La visione del breve ma interminabile documento in 3D strumentalizzato a scopo “politico”, è stato continuamente (sic) interrotta dal fermo immagine per “lasciare, spiega l’autore!, il tempo agli spettatori di leggere e di riflettere su quello che vedono”. I primi improvvisi arresti d’immagine sono stati interpretati come difetti tecnici di proiezione; poi s’è capito che erano voluti dal regista. Gli spettatori però non hanno gradito il gioco; alcuni tra i pochi presenti alla proiezione riservata alla stampa si ritirarono in buon ordine con rispetto. Il regista infine con l’aiuto dell’interprete si impegnò nell’illustrazione delle sue intenzioni: egli da sempre studia i risultati della tridimensionalità con sperimentazioni quotidiane. Dichiara che il suo metodo si rifà a molti “...ismi” (futurismi, espressionismi...) di teorici e di sperimentatori europei e americani. Malgrado la lunga spiegazione non riesce a strappare un applauso neppure nel tentativo di abbassare la sua “lezione” a livello umoristico. Quello che dice non interessa. I pochissimi rimasti ad ascoltarlo restano in sala per educato riguardo verso l’illustre ospite straniero.