BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE
Regia: Giacomo Campiotti
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE
Titolo originale: BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE
Cast: regia: Giacomo Campiotti – sogg., scenegg.: Fabio Bonifacci, Alessandro D’Avenia, tratto dall’omonimo romanzo di D’Avenia – fotogr.: Fabrizio Lucci – mus.: Andrea Guerra – Canzoni dei Modà – mont.: Alessio Doglione – scenogr.: Paola Bizzarri – cost.: Gemma Mascagni, Monica Celeste – effetti: Fabio Traversari, Stefano Marinoni, Paola Trisoglio – suono: Mirko Guerra – interpr. princ.: Filippo Scicchitano (Leo), Aurora Ruffino (Silvia), Gaia Weiss (Beatrice), Luca Argentero (professore), Romolo Guerreri (Niko), Gabriele Maggio (Proteina), Flavio Insinna (padre di Leo) – durata: 102’ – colore – produz.: Matilde e Luca Bernabei per Lux Vide con RaiCinema e la partecipazione di Enel Green Power; il sostegno di Film Commission Torinio Piemonte in associazione con Unicredit – origine: ITALIA, 2013 – distrib.: 01 Distribution (4.4.2013)
Sceneggiatura: Fabio Bonifacci, Alessandro D’Avenia, tratto dall’omonimo romanzo di D’Avenia
Nazione: ITALIA
Anno: 2013
Chiavi tematiche: anche una LETTURA di Gian lauro Rossi la si trova in Edav n. 409/2013
Leo(nardo), il sedicenne protagonista del film, ama soltanto il rosso, il colore della vita , dell'entusiasmo, della passione, dell'amore. Esprime questa sua scelta rovesciando secchiate di colore rosso (poveri genitori!) sulle pareti e sull'arredamento della sua stanza da letto. Infastidito e nauseato dal bianco di chi "non vive ma vegeta", innaffia la camera di spruzzi di bianca calce inerte. È deciso e intollerante verso chi non la pensa come lui, compagni di scuola e insegnanti compresi. Al tempo stesso gli manca coraggio e costanza nel testimoniare la sua passione. È studente di liceo. Le lezioni scolastiche lo costringono a "sprecare" gli anni migliori della vita. I professori lo "torturano" esigendo attenzione e interesse per "cose inutili". Sono quasi tutti vecchi barbogeni che ripetono agli allievi i libri che hanno letto. I compiti sono assegnati per impedirgli di passare il tempo con gli amici. I genitori in casa lo "perseguitano" con comandi e minacce se non si impegna nello studio e se a fine anno non sarà promosso. Che vita è questa? Buon per lui che al mondo c'è Beatrice, la ragazza con i lunghi capelli rossi che l'ha stregato. Dice (dice!) d'esserne innamorato pazzo, ma non ha il fegato di dichiararsi all'interessata. Egli vive per lei, è lei il suo "sogno". Deve pur condividere il sogno con qualcuno. Tenta con Nico(la), l'amico della squadra di calcetto. Questi fila con la sua ragazza e di Beatrice poco gli importa, tanto più che non è della sua classe. Di quell'argomento i genitori non capiscono niente: neanche tentare di parlarne! Ma dentro di lui il fuoco brucia...Si confida con Silvia, il suo "angelo". L'amica accetta di aiutarlo, ma poi s'ingelosisce (è innamorata di lui fin dalle medie!) e ...lo tradisce. Quando le affida una lettera da consegnare a Beatrice, Silvia non la fa arrivare a destinazione. Quando gli comunica il numero del telefonino, lo inganna dandogli quello sbagliato. Beatrice s'è "dimenticata" di lui? Perché non risponde ai suoi numerosi messaggini?
Il film racconta la "vita interiore" del protagonista che passa da tentativi d'incontro e delusioni sentimentali. Il regista mette particolarmente in risalto la relazione di Leo con il suo nuovo professore di storia e filo(sofia), "che gli fa fastidio perché ha sempre pronte belle frasi consolatorie", che egli disprezza ed in seguito rimedita pensieroso. Vorrebbe marinare la scuola qualche volta per recarsi a fare visita a Beatrice, che, viene informato da Silvia, è gravemente ammalata. Allora vorrebbe andarla a trovare ma non ha il coraggio di affrontare la "bianca" realtà negativa. Silvia lo accompagna e la "sua" Beatrice gli confida che "sta per morire". Quando la mala sorte arriva, Leo cade in depressione. Per fortuna c'è Silvia che lo conforta ma il prof. di storia e filo in quel caso "non ha una bella frase" da offrirgli! Anche Nico gli è vicino. Lo convince a partecipare alla partita finale del torneo scolastico di calcetto, in cui la sua squadra stravince su quella avversaria. E Leo scopre che la persona della quale è veramente innamorato è Silvia, "il mio angelo". L'amicizia con lei lo riconcilia con la vita, che "è fatta anche di delusioni e dolori", come sentenziò un giorno il prof. che sapeva tutto.
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Il film racconta dunque un anno di scuola di Leo, studente di liceo, che malgrado che dica spesso d'essere innamorato della giovane Beatrice, (ch'egli non sa essere ammalata terminale di leucemia, e che, quando lo viene sapere, le si rende disponibile al trapianto di midollo osseo in suo favore: "sono sicuro che la farò guarire!"), in realtà è infatuato di Beatrice ma innamorato di Silvia, sua compagna di scuola. È l'amica del cuore alla quale ricorre nelle circostanze critiche. Ha genitori impreparati a offrirgli una mano d'aiuto nei suoi problemi sentimentali. Gli insegnanti, eccetto quello di storia e filosofia che lo capisce e a modo suo è disposto ad aiutarlo, sono tutti poveri d'umanità e lontani dall'impegno educativo verso i giovani nell'età critica. Beatrice, da lui frequentemente visitata durante la malattia, malgrado le sofisticate cure mediche palliative, muore causando un grave complesso di solitudine nel protagonista. Sarà Silvia a fargli riconquistare la pace. Anche gli amici, in particolare Nicola, cercheranno di distrarlo interessandolo allo sport, in cui è "il campione". Nel finale il regista documenta il gruppo dei vincitori nel chiassoso ballo comune che esalta la prorompente gaia giovinezza amante di fragorose espressioni musicali. Sette canzoni opportunamente scelte dal repertorio contemporaneo commentano gli episodi e gli snodi narrativi principali del film esaltando i valori dell'amicizia e dell'amore fedele.
È LA STORIA DI LEO, adolescente innamorato, IL QUALE, dopo aver incontrato gravi delusioni sentimentali, TROVA aiuto e conforto negli amici sinceri.
IDEA CENTRALE
Nelle prove della vita la vicinanza di amici sinceri è di grande aiuto e conforto.
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I personaggi del film sono tutti...di materiale povero! Tra i principali, a parte Silvia e in rare circostanze Leo, Beatrice interpreta la classica figura della diafana gentile malatina romantica. Nico si fa luce quasi soltanto nelle partite di calcetto. I genitori del protagonista sono personaggi di cartone, improvvisati e al limite del risibile nelle reazioni nevrotiche di fronte al figlio. Il prof. di storia e filosofia sembra nutrire fin dal primo incontro con Leo scostante e strafottente una comprensiva tolleranza, animata da fiducia e speranza di maturazione d'un alunno "particolare". Gli altri sono tutti piuttosto insignificanti. Il prof. è' l'unico personaggio che si merita l'abbraccio quasi figliale di Leo, che vede in lui l'ombra d'una figura paterna che lo stima e cerca il suo bene. Gli episodi si susseguono come le pagine del libro, che si legge quasi come una sceneggiatura, disinvolto nello stile apparentemente trascurato e talvolta scanzonato, rapido nella successione degli eventi brevemente accennati. Nel film si notano alcune licenze e sostituzioni di particolari del libro facilmente accettabili. La trascurata citazione dei numerosi interventi di carattere sentenzioso e i frequenti approfondimenti psicologici del libro sul mistero umano dell'amore forse è stata motivata dalla volontà di non appesantire lo spettacolo. Le sincere elevazioni a Dio, espresse da Beatrice nel suo 'rosso' diario quotidiano (lasciato in eredità a Leo), termina esprimendo la speranza d'essere introdotta dopo la morte nella sua gioia eterna, ma sono totalmente ignorate dal film. Tanto nel libro che nel film quell'argomento non interessa al protagonista, eccetto l'accorata supplica: "Dio, se ci sei, fa guarire Beatrice!". Nel libro egli arriva alla disperata ricerca di Dio bestemmiandolo nell'attesa di scoprirlo!
Penso che ben difficilmente i sedicenni contemporanei, coetanei di Leo, si identifichino con il protagonista del film. Il suo problema può senz'altro essere anche il loro, non però certi suoi comportamenti puerili e incontrollati durante le visite a Beatrice ammalata; neppure ammireranno alcune reazioni "insolite" verso l'amica Silvia.
Leo è un misto di invincibile inconfessata timidezza e di leonino coraggio e ostentata fierezza. Del suo temperamento ("Leo, leone!") si vanta con il nemico-amico prof., che tollera senza scandalizzarsi le sue frontatezze, intemperanze e le plateali battute in classe, che i compagni di scuola subiscono con rassegnazione. È un bamboccione dotato ma cresciuto male in famiglia con genitori "inerti".
Mi sembra che il film, pure facendo cenno a problematiche giovanili attuali, sia troppo 'stratosferico' nella presentazione di personaggi presentati in modo scarsamente realistico in grado di fare del bene o del male a giovani spettatori.
Per la formazione della loro personalità non vedo nello spettacolo elementi tali che ne turbino la condotta scolastica e nelle pubbliche relazioni con i coetanei.
Secondo me, il film lascia negli spettatori il tempo che trova. Forse qualcuno lo troverà divertente.
- E se, mi sussurra all'orecchio sinistro uno spiritello maligno, il caso di Leo nel libro e nel film non fosse così 'stratosferico' come sembra a te? -
Lascio la risposta ai lettori e agli spettatori. (Adelio Cola, Torino 22 aprile 2013)