Le Comunicazioni inavvertite
di NAZARENO TADDEI
cfr. Nazareno Taddei, «Dalla Comunicazione alla Lettura», pag 23, ed. Edav
Sono le comunicazioni che uno riceve, senza accorgersi di riceverle, e che, in chi le riceve, vanno anche a formare mentalità.
Da parte semiologica, la comunicazione penetra inavvertitamente determinandone la mentalità e anche solo singole idee.
Da parte psicologica, il recettore si trova dentro di sé un bagaglio mentale, il quale, nella concreta situazione in cui verrà a trovarsi, lo porterà ad agire... liberamente, sulla base però di conoscenze o idee, che gli sono state messe artatamente e che egli probabilmente non si rende conto nemmeno di possedere.
Questa comunicazione può essere di vari tipi:
a) la comunicazione ipnotica, che, com’è noto, fa agire l’ipnotizzato sotto l’ordine dell’ipnotizzatore, anche a distanza e in tempi successivi a quello dell’ingiunzione.
Si può citare a questo punto anche quella specie di stato ipnotico ch’è provocato da certi spettacoli o manifestazioni (cfr. la psicologia della folla), soprattutto massmediali, che inducono forti stati di suggestione;
b) la cosiddetta «comunicazione subliminare», (cfr. due ottimi saggi con esempi del Prof. Patrizio Borella dell’Università di Firenze in «Edav (Educazione Audiovisiva)» CiSCS, Roma, nn. 45 e 50), la quale non va confusa con le comunicazioni inavvertite di cui dico qui sotto al c). La «subliminare» è costituita sostanzialmente da un processo di percezione sensitiva, legata quindi esclusivamente, come origine, al sistema nervoso; mentre le «comunicazioni inavvertite» hanno diretta origine conoscitiva psico-intellettiva.
c) le «comunicazioni inavvertite» che qui ci interessano particolarmente, perché producono mentalità e quindi un condizionamento sul comportamento.
La comunicazione – effettuata appunto attraverso «comunicazioni inavvertite» (informazioni alonate, comunicazioni di inesistente, comunicazioni clandestine) – è quella che dà idee «allo stato d’opinione» (anche per questo seguo la terminologia Musatti) tipiche della «mentalità» (In questo ambito, sono probanti gli studi del prof. Andreoli, di cui il prof. Luciano Tagliavini ha dato relazione con applicazioni al nostro discorso metodologico al Convegno 1988 del CiSCS «Scuola, educazione e mentalità massmediale», v. Atti).