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UNDER THE SKIN



Regia: Jonathan Glazer
Lettura del film di: Franco Sestini
Titolo del film: UNDER THE SKIN
Titolo originale: UNDER THE SKIN
Cast: regia: Jonathan Glazer – sogg.: dall’omonimo romanzo di Micherl Faber – scenegg.: Walter Campbell e Jonathan Glazer – mont.: Paul Watts – fotogr.: Daniel Landin, BSC – mus.: Mica Levi – suono: JohnnieBurn – scenogr.: Chris Oddy – cost.: Steven Noble – interpr. princ.: Scarlett Johansson – durata: 107’ – colore – produz.: Nick Wechsler Productions e JW Film – origine: REGNO UNITO / USA, 2013 – distrib.: Bim Distribuzione.
Sceneggiatura: Walter Campbell e Jonathan Glazer
Nazione: REGNO UNITO / USA
Anno: 2013
Presentato: 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 2013 – CONCORSO

È la storia di un’aliena che è entrata nel corpo di una bellissima donna “umana” e con questo involucro viaggia attraverso la Scozia a bordo di un grosso furgone facendo così una sorta di road movie; con la sua bellezza è avvicinata da vari giovanotti che la concupiscono, ma lei – pur assecondandoli – li fa arrivare fino ad un certo punto.

 

In questa sua sperimentazione compie anche un’opera buona: imbarca sul furgone un ragazzo con la faccia deformata e, oltre a trattarlo come uno “normale”, lo induce a toccarla, ad accarezzarla, cose che il giovane non aveva mai fatto e non si sognava neppure di fare.

Tutti questi uomini che la ragazza irretisce, ad un certo punto della storia – che non ha mai contorni completamente peccaminosi – vengono attirati in un percorso che per loro diventa una trappola e, immancabilmente scompaiono sotto l’acqua, anche se li vediamo ancora sguazzarci dentro.

L’incontro importante avviene con un giovane che la incontra su un autobus di linea e la conduce a casa propria dove le fa vedere alcune cose del “nostro mondo”: anzitutto la televisione, poi il modo di mangiare con una tavola apparecchiata ed anche la successiva rigovernatura dei piatti e delle stoviglie.

Dopo essersi rifocillati, il giovane conduce la ragazza nel suo letto e comincia a spogliarla per poi giungere fino alla penetrazione; finita l’”operazione”, la ragazza – che non sembra abbia provato piacere – si alza da letto e con la lampada del comodino illumina le proprie parti intime che sono state “violate” e controlla che non ci siano rimasti dei danni fisici.

Nell’ultima sequenza, la ragazza arriva ad una foresta piena di alberi e di buche ricolme di acqua; rinfrancata da una specie di guardiano che la informa come i sentieri siano ben segnalati, anche se la scivolosità del terreno rende la passeggiata un po’ pericolosa; dopo un lungo peregrinare in questa stranissima foresta, la ragazza riassume la propria identità di alieno: si toglie la faccia della donna e ripristina la faccia di un uomo con le fattezze dure e difficili da interpretare; con la testa della ragazza sotto il braccio l’uomo se ne va e viene seguito per un po’ dalla macchina da presa finché non arriva la parola “fine” sullo schermo.

Il film è, forse volutamente, di difficile comprensione, soprattutto perché il personaggio principale (ed essenziale) dice pochissime parole ed ha anche rare modificazioni della propria faccia che rimane quasi sempre atteggiata allo stesso modo, sia che la ragazza balli con un gruppo di giovani oppure che faccia “una specie” di amore con l’uomo incontrato nell’ultima sequenza.

Ed allora dobbiamo spostare l’ottica della nostra visione sugli incontri che la giovane effettua durante l’intero film: in genere sono ragazzi attratti dalla bellezza di lei che non le rivolgono grandi discorsi e grandi richieste, se non quella “primaria” di fare sesso, cosa che la ragazza non accetta mai; in questi incontri ce n’è uno che ha un aspetto singolare: si tratta di quello con un giovane (26 anni) che ha una faccia completamente deturpata con ossa mascellari poste in modo diverso da quello che è la normalità; insomma, sembra un mostro, ed infatti la ragazza lo incontra mentre si reca ad un supermercato notturno per fare la spesa, cioè quando è certo di fare pochissimi incontri.

E in questo caso la ragazza parla e si fa toccare la faccia ed il collo da questo giovane che – è una sua confessione – non ha mai toccato una donna in vita sua.

Ma tutto questo è narrato in modo fortemente confusionario, senza una sceneggiatura che guidi l’operato della macchina da presa e quindi senza che le varie immagini abbiano un filo conduttore.

Perciò tirare le fila di questo ingarbugliato ginepraio, mi sembra difficile e oserei dire “inutile”; ma se proprio ci siamo costretti, si può dire che un essere di un altro mondo che capita sul nostro Pianeta, si ritrova una galleria di personaggi e di situazioni che certo non ci mettono in fulgida luce.

Ed anche i sentimenti che scaturiscono dagli incontri della ragazza, non hanno niente di particolarmente significativo: quasi tutti fanno riferimento al fisico della giovane e lì si fermano; l’unico che sembrava potesse andare un po’ oltre è l’uomo dell’ultimo incontro, ma il fatto di “penetrarla”, per la nostra aliena deve essere sembrato una sorta di offesa personale.

Insomma, siamo in presenza di un film estremamente confusionario che, in molte parti, arriva a maldisporre lo spettatore per la sua voluta incomprensione; eppure il regista ha esordito nel cinema nel 2000 e quindi – pur avendo fatto pochi film – sono tredici anni che fa parte dell’ambiente; mi sarei aspettato qualcosa di più maturo. (Franco Sestini)

 


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