FRATELLI E SORELLE
Regia: Pupi Avati
Lettura del film di: Nazareno Taddei sj
Edav N: 203 - 1992
Titolo del film: FRATELLI E SORELLE
Titolo originale: FRATELLI E SORELLE
Cast: regia, sogg., scenegg.: Pupi Avati - aiuto regia: Umberto Piccioni; Enrico Mastracchi; Manes - fotogr.: Roberto D'Ettorre; Piazzali - operat.: Maurizio La Monica - mont.: Amedeo Salfa - suono: Raffaele De Luca (presa diretta) - mus.: Riz Ortolani - scenogr.: Carlo Simi - cost: Graziella Virgili - trucco: Maurizio Fazzini; Giancarlo De Leonardis (acconciature) - interpr.: Franco Nero (Franco), Paola Quattrini (Lea), Anna Bonaiuto (Gloria), Lino Capolicchio (Aldo), Luciano Federico (Francesco), Stefano Accorsi (Matteo), Kelly Evinston (Lillian), Barbara Wilder (Gea), Enrica M. Modugno (Maria), Consuelo Ferrara (Barbara), Ciro Scalera (Luca), Lidia Broccolino (Elsa), Matthew Buzzel (Scott) - colore - formato: 35 mm (1:1.33) - sonoro: ottico mono - durata: 106' - produtt.: Antonio Avati; Aurelio e Luigi De Laurentis - dirett. produz.: Guerrieri; Fred Chalfy - produz.: Duea Film SRL, Roma; Film Auro SLR, Roma; con coll.: RAI Radiotelevisione Italiana RAIUNO - origine: ITALIA 1992 - distrib.: SACIS, Roma
Sceneggiatura: Pupi Avati
Nazione: ITALIA
Anno: 1992
È la storia di Matteo e Francesco, due giovanotti italiani, fratelli, i quali avendo accompagnato la madre, Gloria, in crisi matrimoniale, a trovare la sorella in America, a St. Louis, vengono a contatto col nuovo ambiente e particolarmente con la famiglia della zia, pure in crisi matrimoniale e con due figlie più o meno della stessa età, una ben diversa dall'altra e comunque in contrasto di mentalità con i nostri due (p.e. una delle due lascia la famiglia e se ne va con un talent-scout cinematografico, amico occasionale, solo perché questi le ha detto che lei è intelligente; l'altra che amoreggia con Matteo, invitata da questo accetta di amoreggiare anche con Francesco!), con i quali peraltro stringono variamente relazione; ma mentre Matteo, più disinvolto e farfalleggiante, si inserisce agevolmente nel nuovo mondo, con soddisfazioni di vario genere, Francesco, più chiuso e schivo, dato che anche la madre sta cercando nuovi rapporti e nuove soddisfazioni, viene a trovarsi sempre più isolato, fino a quando, dopo aver subito ciascuno una cocente delusione, si ritrovano, eloquentemente muti, a solidarizzare su un piano di autentico sentimento.
Il racconto, purtroppo, è più dialogo illustrato che nemmeno teatro filmato, tranne che nel finale, efficacissimo tematicamente e cinematograficamente; e quindi il significato è più affidato ai testi che all'azione. Comunque, il film propone molto bene varie situazioni della vita americana, in cui colloca i nostri personaggi creando loro una specie di sfondo psicologico e sociale. Da notare, p.e., che tutte le famiglie che incontriamo nel film sono piuttosto sbilanciatelle e, di fronte ad esse, quella dei nostri due può sembrare un fiore.
L'unica famiglia che resiste, bene affiatata, è quella composta dal marito americano e moglie italiana,la quale moglie, però, - ahimé! - muore proprio il giorno del 25.mo di matrimonio dove si trovano tutti amici. Da notare anche il modo diverso di vivere delle due sorelle, nell'ambito famigliare.
Il livello di universalizzazione esce ben delineato: è quello della famiglia tout court, almeno occidentale, e non solo quello della famiglia in America o in Italia.
Se poi l'argomento - cioè la situazione odierna della famiglia in Italia e in America, non certo entusiasmante sotto il profilo degli affetti e dei valori— è piuttosto evidente, l'idea centrale è meno agevole da ricavare e si potrebbe forse enunciare in questo modo: «in qualunque circostanza, i vari legami affettivi della famiglia emergono e si concretizzano nella profonda solidarietà interiore, che, oltre tutto, aiuta anche a superare i momenti più critici dell'esistenza». Nazareno Taddei sj