TFF 31 TORINOFILMFESTIVAL 22-30 novembre 2013
di ADELIO COLA
Presentato: TFF 31 TORINO FILM FESTIVAL 2013
Chi frequenta un festival cinematografico si chiede anzitutto quali siano le novità proposte dal programma. Quello di Torino, a distanza dei trentun anni dalla fondazione, ha conservato la caratteristica dichiarata nel suo statuto: presentare al pubblico opere di autori preferibilmente giovani alle prime esperienze della carriera. La scommessa, oltre a correre il rischio d’una sorpresa di positive scoperte, è quella di esibire operazioni cinematografiche di carattere ancora acerbo. Non è possibile allo spettatore verificare qualità e valore del festival partendo dal numero delle proiezioni alle quali ha potuto assistere tra le centinaia in programma, nel caso nostro nelle undici sale disponibili in città. La scelta di opere distribuite in altrettante categorie, oltre a quella dei film in concorso, non può avvenire che a scatola chiusa.
La dozzina di film da me visti può essere divisa, in base agli argomenti trattati, in due gruppi: SOGNI INFRANTI e DOCUMENTARI E DOCUFILM.
Tra i primi distinguo quelli nei quali era possibile “leggere” l’idea centrale espressa dal regista da quelli nei quali l’occhio della cinepresa sembrava vagare fermandosi su ciò che succedeva attorno. Ho avuto una nuova prova del fatto che il genere cinematografico ‘Documentario’ è molto difficile da praticare. Si può affermare che ogni film è documentario: documenta, cioè, l’esistenzialità del documentarista, i suoi gusti, le sue idee. Nel peggiore dei casi, quando l’occhio della cinepresa riprende (o sembra riprendere) non ciò che l’operatore sceglie ma soltanto persone e oggetti ‘visti’ ‘per caso’, il documentario privo di logica testimonierà (forse) la mancanza d’interesse dell’autore per ciò che involontariamente documentava. Alcuni autori agiscono talvolta in quel modo a scopo provocatorio di denuncia, ma succede di rado. Nessuno dei documentari visti al TFF appartiene a quel genere.
Connotazioni simili tuttavia mostrava IL TRENO VA A MOSCA di Federico Ferrone e Michele Manzolini, Italia, Torino 31, partecipazione al “pellegrinaggio politico” di’un gruppo di comunisti romagnoli in Russia nel 1957 in occasione della festa internazionale della gioventù ‘rossa’. La fotografia sgranata delle riprese è frutto del vecchio super otto usato (o simulato?) mezzo secolo fa.
MONICA Z di Per Fly, Svezia, Festa Mobile/Europop, rievoca con ripetitive noiosette esibizioni canore le vicende d’una cantante incerta nella tra la condiscendenza alle esigenze della carriera e la fedeltà giurata al fidanzato.
V/H/S/2 di Simon Barrett, Jason Eisener, Gareth Huw Evans, Gregg Hale, Eduardo Sánchez, Timo Tja, USA, After Hours, è la seconda puntata d’una ‘macedonia’ di scene e sequenze di genere horror offerta ai collezionisti di truculente documentari mozzafiato.
PELO MALOdi Mariana Rondon, Venezuela, Torino 31, racconta la storia del bambino Junior, intelligente, intraprendente, che osserva con curiosità e in tono di rimprovero (“non guardarmi in quel modo!”) la madre che si prostituisce in casa davanti a lui “affinché impari”. Ella è preoccupata che il figlio sia o diventi omosessuale, dal momento che coltiva con cura esagerata i suoi capelli crespi. In realtà Junior sogna di diventare un cantante famoso come il suo idolo; per raggiungere lo scopo, “è importante avere capelli lisci”. La recitazione del piccolo interprete è spontanea e credibile: da premio.
CANIBALdi Manuel Martin Cuenca, Spagna/Romania/Russia/Francia, After Hours, mostra un sarto quarantenne apparentemente normale, che pedina e uccide le donne, ne conserva i resti nel frigorifero domestico e poi…se le mangia. Dello strano individuo non vengono mostrati motivi e cause del suo cannibalismo. Sorpresa provocata dalla dedica del regista: “In memoria di mia madre”.
LA DANZA DE LA REALIDADdi Alejandro Jodorowsky, Cile, After Hours, è un brillante e nervoso musical atipico. Oltre al coro, un solo personaggio si esprime cantando, la madre d’un bambino. Il padre severissimo lo vuole educare al sacrificio accettato senza lamenti e piagnistei. Egli è un fedelissimo comunista allineato con il governo cileno. Quando, dopo torture e umiliazioni subite ingiustamente, si rende conto del metodo di governare usato da chi comanda, “si converte” e chiede perdono alla moglie e al figlio. Chi domina in Cile continua a dominare. E allora che fare in attesa di tempi migliori? “Non perdere la speranze e conservare un cuore di fanciullo”, consiglia il vecchio personaggio sapiente che racconta la storia. I troppi simbolismi annebbiano i particolari episodi politici. Un crudo realismo (le torture) accompagna le scene di violenza. Il film da parte della categoria che ho intitolato “Sogni infranti”: buon per lui che/se il personaggio politicizzato torna a migliori consigli! .
CLUB SANDWICHdi Fernando Eimbcke, Messico, Torino 31, è titolo ben scelto del film realizzato con cura e rispetto per l’adolescenza, pur con un certo realismo. Tra due personaggi c’è il terzo desiderato da entrambi. Hector, figlio quindicenne di madre possessiva, sperimenta le prime pulsioni sessuali. S’incontra con una coetanea, dalla quale si sente spontaneamente attratto. La madre avverte la pericolosa situazione di stare per perdere l’attenzione del figlio. Le studierà tutte per impedire ai due ragazzi di incontrarsi. Il figlio è suo, lo vuole tutto per sé. Non ci sono in lei sentimenti morbosi, ma soltanto egoistici di esasperata gelosia. I due giovanissimi sono sempre in atteggiamento di difesa: gli adulti sono i guastafeste dei giovani!
Il regista studia in particolare il protagonista del suo film, la madre, senza perdere occasione di mostrare i primi cedimenti dei due ragazzi privi di guide educatrici “Qualche volta tutto può capitare. In quel caso il modo migliore è usare il preservativo!”: è l’unico consiglio materno al figlio quindicenne.
VANDALdi Hélier Cisterne, Francia, Torino 31, illustra i sogni infranti del giovane protagonista, incapace di accettare la sua condizione di ‘forestiero’ tra i parenti dopo il divorzio dei genitori. Tutto gli è negato, anche l’amicizia con una coetanea, a sua volta assolutamente condizionata dalla famiglia xenofoba.
LA MOSSA DEL PINGUINOdi Claudio Amendola, Italia, Festa Mobile/Europop. Quella del pinguino è la mossa che rende vittorioso l’animale nella pericolosa discesa al mare: si appiatta ventre a terra e scivola verso le onde. Sarà la risorsa che consentirà ai protagonisti del film di cantare vittoria. Sono adulti disoccupati di mestiere, incapaci di guadagnarsi da campare indipendenti da altri. Si uniscono per un’impresa ‘folle’: costituire una squadra di curling…. per partecipare alle olimpiadi invernali di Torino nel 2006. Allenamenti e risibili risultati non li scoraggiano nella folle impresa. Alla fine riusciranno a realizzare quell’unico tanto sospirato punto, uno soltanto ma sufficiente per non tornarsene a casa con risultato zero nelle gare delle selezioni. Maestro della mossa vincente è stato il pinguino. Anche in questo caso si tratta di sogno infranto, intramezzato da frequenti pause di riflessione sulla vita in un contesto allegro e brillante.
PLUS ONEdi Dennis Iliadis, USA, After Hours, introduce lo spettatore in un fantomatico palazzo del divertimento, nel quale si danno convegno giovani dei due sessi con l’unico scopo di divertirsi. Lo spettacolo sfarzoso e lussureggiante offre agli ospiti ogni possibilità di alienazione dalla vita reale. Non c’è posto per regole, norme etiche e convenzioni sociali. Unico limite è: ‘- mi piace, quindi lo faccio! - Si mangia, ci si sbronza, si balla sotto la guida d’un maestro di cerimonie abile e disinvolto. Molto spazio viene dedicato dal regista alla performance sessuale d’uno dei giovani, che rimarrà soprapensiero e infine spaventato dalla sorpresa che nessuno s’aspettava. Tra lo scoppio di fulmini e il susseguirsi di fenomeni surreali, i personaggi “si sdoppiano”: le metamorfosi avvengono al comando malefico dello spirito del male, nel caso rappresentato dalla più piccola delle giovani presenti nel palazzo, che commenta con occhiate d’inferno la rumorosa gaudente compagnia. Ma allora: il giovane sessuomane con chi ha fatto i suoi incontri precedenti, con una disponibile giovane sconosciuta o con il suo spettro, il suo ‘doppio’? La difesa dai demoni, ex amici, si trasforma in generale mattanza. Si salva soltanto la coppia di fidanzati, il cui giovane maschio aveva per tutto il tempo del film esplorato gli ambienti del palazzo senza partecipare alle follie dei colleghi, offrendo così al regista e al montatore del film l’occasione di mostrare le disinibite vicende giovanili. Non ho scorto nello spettacolo motivi di alcun genere oltre a quello di finalità spettacolari. Anche questo lungo spettacolo, disimpegnato e allestito senza precise motivazioni, rientra a suo modo nella categorie dei ‘Sogni infranti’.
COMPUTER CHESSdi Andrew Bujalski, USA, After Hours, è un interessante documentario super 8 sugli esperimenti di intelligenza artificiale applicata al computer, in particolare nel gioco degli scacchi. È impressionante il riflessivo comportamento d’un giovane ricercatore, insoddisfatto finché il risultato positivo della sperimentazione lo gratifica e lo apre al dialogo con tecnici e ingegneri teoricamente più preparati di lui.
FLOUD TIDEdi Todd Chandier, USA, Onde, documenta l’alternativa di vita d’un gruppo di giovani spagnoli musicisti, i quali, non riuscendo a raggiungere un posto di lavoro in società, si ritirano in una specie di casa-baracca da loro costruita con materiali di recupero e passano le giornate in pacifica amicizia. Con tempo e pazienza allestiscono una larga imbarcazione a motore, con la quale raggiungono ville e castelli della costa atlantica europea esplorandone i misteri. Quando “i soldi per la benzina e per il pane sono finiti”, ritornano in famiglia rassegnati ma riconoscono che “farsi mantenere dai genitori non è la scelta giusta!” Nel loro caso il sogno infranto è documento della categoria alla quale appartengono. Viene registrato il grande disagio delle conseguenze epocali, che si abbattono su cittadini volonterosi e senza colpa.
GRAND PIANOdi Eugenio Mira, Spagna, Festa Mobile, è un film spettacolare assolutamente originale. Il protagonista, celebre pianista che accetta d’eseguire un concerto come solista accompagnato dall’orchestra di fronte agli spettatori del più grande teatro di Chicago, si trova inspiegabilmente di fronte a difficoltà tecniche d’esecuzione insuperabili. “Se sbagli una nota sola, sei morto!” La minacciosa didascalia aggiunta allo spartito del pianoforte lo spaventa e lo rende attentissimo a… non sbagliare! Altri misteriosi comandi gli arrivano dallo sconosciuto che lo vuole complice d’un furto durante la lunga pausa musicale per sola orchestra che interrompe la sua esecuzione. Il duplice pubblico dei presenti al concerto di Chicago e quello degli spettatori del film non sa ciò che sta per capitare e viene mantenuto bravamente in sospensione psicologica. Gli spettatori assisteranno a due misteriosi omicidi, ai quali indirettamente collabora il pianista innocente e inconscio, che alla fine, senza aver mai ‘sbagliata una nota’, s’inchina al pubblico (che non sa che due di loro sono caduti vittime d’un misterioso omicida) e ringrazia degli applausi. Lo spettacolo è grandioso e coinvolgente. Il concerto è di stile classico e, per confessione del compositore, riportata dalla nota di produzione, denso di “difficoltà tecniche quasi impossibili da eseguire”. Ma, si sa: al cinema tutto è possibile!
Nel caso dell’ultimo film visto, il sogno ‘impossibile’ s’è realizzato, ma il relativo documentario in ripresa diretta è pura fiction spettacolare.