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IL VERO CAMPO DI BATTAGLIA


di MASSIMO PAMPALONI
Edav N: 351 - 2007

L’ articolo ampliato e completo di foto, schemi si trova in Edav n. 351 giugno 2007

 
Con queste brevi righe, un piccolo segno di gratitudine nei confronti dell’inestinguibile debito che ho contratto con il compianto Padre, vorrei rispondere a questa domanda: «Quanto la metodologia e l'insegnamento di P. Taddei possono incidere nell'azione missionaria?».
Lavoro in Brasile dal 1997, ma sono un missionario fuori dal cliché consueto: non scavo pozzi, non lavoro direttamente con meninos de rua, non faccio adozioni a distanza, non sono neppure parroco in qualche favela. Insegno Storia della Chiesa antica nella Facoltà di Filosofia e Teologia della Compagnia di Gesù a Belo Horizonte, Minas Gerais, Brasile. Proprio in virtù di questa mia peculiare missione posso apprezzare, come di fatto ho sempre avuto occasione di fare, l’importanza dell’insegnamento (e dell’esempio) di Padre Taddei.
L’azione missionaria, così definita, non è legata ovviamente a quella missio ad gentes che è nell’immaginario di tutti quando si parla di missionari; ma questa, lungi dall’essere una limitazione, è a fortiori un motivo in più per riflettere sul nostro argomento. Voglio dire che la mia esperienza di insegnamento di questi anni brasiliani conferma perfettamente ogni analisi ed esperienza fatta da colleghi italiani che condividono la metodologia e gli insegnamenti di Taddei circa l’impatto e le conseguenze dei mezzi di comunicazione di massa, compresa la conseguente mentalità mass-mediale sull’educazione e sui processi cognitivi delle persone, specie giovanissimi. È tutto uguale.
Il vero processo di globalizzazione va nella direzione della comune esperienza di tali problemi: sia nella sua vertente di conseguenza del modo di comunicare che i mass-media portano in sé; sia nel loro uso a servizio di un progetto su scala planetaria di omologazione verso un governo mondiale che annulli le indipendenze nazionali, sradichi ogni riferimento alla tradizione giudeo-cristiana, che proponga una “super-religione”, che sovverta ogni realtà naturale sostituendola con “creazioni” culturali deliranti, come stiamo assistendo ogni giorno sempre più chiaramente.
Ora, in questa chiave non c’è più differenza sostanziale tra essere qui in Italia o in Brasile o in qualsiasi parte del mondo. Con piccole differenze locali, il problema centrale resta il solito: la conquista degli spazi politici e culturali percorre i sentieri della creazione preventiva del consenso. I mezzi per questo consenso sono, ovviamente, i grandi organi di informazione di massa. Resta come ultima chance di resistenza, necessaria e indispensabile, l’educazione ai loro linguaggi. Sia nel campo della resistenza a questo mostruoso processo di omologazione, sia in quello – distinto ma non separato – dell’evangelizzazione, l’esigenza resta la solita: far ripartire il corretto funzionamento dei processi cognitivi delle persone attraverso l’educazione ai nuovi linguaggi.
Il Brasile è in questo senso un esempio tragico: è diventato un luogo dove la strategia gramsciana di egemonia culturale ha avuto un successo tale che oggi, di fatto, non esistono partiti di opposizione, non esiste la possibilità di esprimersi in modo differente dal mainstream post-comunista che ormai si impone per legge, sotto quella metastasi dell’intelligenza che è il politically correct e via dicendo. Come anche noi qua in Italia stiamo iniziando ad accorgersi (ce ne accorgiamo?!) c’è in atto un vasto programma di cambiamento della civiltà fondamentalmente cristiana con l’introduzione per legge di comportamenti morali assurdi e di criminalizzazione di ogni pensiero differente[1]. È in atto una vastissima campagna anticristiana come mai abbiamo conosciuto nella storia. Come spiegare il fatto che gli stessi cristiani non se ne rendano conto e addirittura votino per quelle forze che portano avanti questo programma, che prevede la distruzione sistematica di ogni radice cristiana, se non con una immensa letargia indotta della coscienza? Cosa di più urgente che svegliarla, non con vaghi appelli al “consumo critico” ma con un serio studio rigoroso e scientifico dei meccanismi attraverso i quali tale letargia viene indotta?
Per me l’urgenza e la forza dell’insegnamento del Padre Taddei sta qui, in una duplice forma. La prima: l’averci insegnato ad individuare il vero campo di battaglia e la strategia corretta da adottare. Il campo è questa nuova cultura generata dai nuovi modi di comunicare; l’abilità che coloro i quali vogliono presidiare le coscienze per i loro motivi dispiegano ogni giorno nel campo della comunicazione non è un potere “magico”; sono tecniche scientifiche che dobbiamo imparare, senza improvvisare ma con studio serio e applicato. È il luogo decisivo del confronto, abbandonando il quale le perdite saranno sempre più gravi per tutti.
Il secondo: l’incrollabile fiducia nell’andare avanti. Il senso di impotenza che prende davanti a queste cose, spesso ha una forza paralizzante. Vedere gli imperi multimiliardari dei vari Soros e Rockfeller, per fare un esempio, dietro alle politiche abortiste e di controllo della natalità, che usano l’ONU per i loro scopi; vedere l’Unione Europea che impone legislazioni abortiste ai suoi membri, come ha fatto col Portogallo e tenta adesso con la Polonia; vedere come la maggior parte delle reti televisive mondiali siano tutte orientate nella stessa direzione; vedere come gli spazi di libertà individuale si stiano, di fatto, sempre più riducendo… insomma, la tentazione di lasciar perdere è sempre più forte. L’antidoto per me è un’immagine del Padre, sulla mia scrivania che mi osserva col suo sorriso, memoria delle sue indimenticabili lezioni; e un’icona acustica che conservo nel cuore con la voce del Padre: “Tutto è provvidenziale! Non si scoraggi, Pampaloni! Vada avanti”. Andiamo.
 

[1] Per capire ciò che si muove in America Latina, al di là della mitologia di sinistra con la quale il presidente Lula viene usualmente presentato da noi, consiglio di seguire gli scritti del filosofo e giornalista brasiliano Olavo de Carvalho (www.olavodecarvalho.org ) e il giornale elettronico da lui curato, www.midiasemmascara.org ).
 


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