MANGLEHORN
Regia: David Gordon Green
Lettura del film di: Gian Lauro Rossi
Titolo del film: MANGLEHORN
Titolo originale: MANGLEHORN
Cast: regia: David Gordon Green scenegg.: Paul Logan fotogr.: Tim Orr scenogr.: Richard A. Wright mont.: Colin Patton cost.: Jill Newell mus.: Explosions In The Sky, David Wingo inter. princ.: Al Pacino (A.G. Manglehorn), Holly Hunter (Dawn), Harmony Korine (Jacob), Chris Messina (Gary) colore durata: 97 produz.: Worldview Entertainment con Dreambridge Films e WestEnd Films, Muskat, Filmed Properties production, Rough House Pictures origine: USA, 2014 distrib.: Movies Inspired
Sceneggiatura: Paul Logan
Presentato: 71. Mostra Internazionale D'arte Cinematografica di Venezia (2014) CONCORSO
È la storia di Manglehon, uomo non più giovane, di professione fabbro: nello specifico realizza chiavi in genere e, grazie a questa professione, riesce ad aiutare persone in difficoltà che gli chiedono un aiuto ( aprire una porta di una casa chiusa, aprire la serratura di una macchina ecc ). In questo rapporto con la comunità, manifesta il suo carattere burbero, scontroso e, in questa fase della sua vita, fortemente depresso, in quanto non riesce ad evidenziare alcuna prospettiva per il futuro: vive di ricordi e si aggrappa ad episodi lontani per l’avanzare dell’età. In particolare pensa costantemente alla sua Claudia ( che, a suo tempo, si lasciò sfuggire ), ma di cui si era perdutamente innamorato. Questa donna (che nel film non appare mai) lo aveva stregato a tal punto da non riuscire più a dare un senso decente alla sua vita. Vive sempre solo, l’unica presenza viva è il suo gatto; gli incontri con le persone (il figlio, vari conoscenti, il barista, un giovane che in passato faceva parte di una squadra che lui allenava, l’impiegata di una banca che gli aveva manifestato una certa simpatia), finiscono sempre con tensioni, con atteggiamenti scontrosi, al punto da farlo apparire insensibile ed irascibile. I suoi ricordi nostalgici, tra l’altro, fanno intristire gli interlocutori. Gli aiuti che queste persone tentano di offrirgli, non vengono quasi mai interpretati nel giusto senso. In fondo sembra prediligere questo stile di vita e rimanere nella sua solitudine priva di prospettive. Solo alcune cose producono in lui un atteggiamento positivo: il suo gatto a cui è affezionatissimo ( soffre terribilmente quando subisce un intervento all’intestino, avendo ingoiato una delle sue tante chiavi che teneva sul banco da lavoro ), la nipotina, figlia di suo figlio, avuto con una ex moglie, la stanzetta dei suoi ricordi, rigorosamente chiusa e la cassiera di una banca che gli manifesta simpatia e amicizia, sentimenti che lo portano a riconsiderare quell’amore che sentiva per Claudia, la sua amata ormai inesistente. Resosi conto di aver deluso diverse persone con i suoi comportamenti (non per ultima l’impiegata della banca che gli ha manifestato i suoi sentimenti), decide di cambiar vita, rivedendo il suo passato.
Si disfa di tutte le cose nostalgiche conservate nella stanza dei ricordi, porge aiuto al figlio a cui tempo prima lo aveva negato ( riesce a trasmettergli sentimenti d’amore, sottolineando quanto per lui siano importanti, anche se li aveva rimossi), chiede scusa alla cassiera della banca sollecitando il suo perdono, risistema la casa, rinnovandola. Nell’ultimo intervento professionale chiude il suo furgone con la chiave dentro. In questo caso si fa aiutare da un mimo illusionista che finge di buttargli una chiave che lui prende al volo (procedendo nell’illusione) e fingendo di aprire il furgone che, di fatto, con suo immenso stupore, si apre.
Si può formulare così l’idea centrale: “ la vita porta con sé sofferenze, dolori, angosce che, spesso, induriscono il nostro carattere e, quando incontriamo ciò che riteniamo essere amore vero, nel momento in cui ci sfugge di mano, rischiamo di precipitare nel baratro della disperazione e della depressione. La nostalgia, poi, dei bei momenti vissuti, produce il resto, conducendoci verso una morte interiore definitiva, che, a volte, può essere lenita dalla presenza di animali domestici. E’ importante però, ribellarsi con forza e determinazione, lasciando alle spalle i vecchi ricordi e, anche se l’età incalza, non abbandonare l’idea che ci può essere ancora un futuro da creare con un po’di fantasia e con un pizzico di illusione (che possono senza alcun dubbio aiutare). È necessario comunque ricercare sempre quell’amore umano fatto di tante delicatezze e tanta comprensione di cui ogni persona, indipendentemente dall’età, ha bisogno”.
Al Pacino ha saputo essere sicuramente all’altezza del suo compito: il film, che nel suo evolversi suscita un po’ d’angoscia, si presenta poi interessante per quella speranza, che emerge nella conclusione, così importante soprattutto nella vita delle persone di una certa età. (Gian Lauro Rossi)