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HUNGRY HEARTS



Regia: Saverio Costanzo
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Titolo del film: HUNGRY HEARTS
Titolo originale: HUNGRY HEARTS
Cast: regia, scenegg.: Saverio Costanzo – tratto dal romanzo “Il bambino indaco” di Marco Franzoso – fotogr.: Fabio Cianchetti – mont.: Francesca Calvelli – mus.: Nicola Piovani – scenogr.: Amy Williams – cost.: Antonella Cannarozzi – suono: Nikolas Zasimczuk – interpr. princ.: Adam Driver (Jude), Alba Rohrwacher (Mina), Roberta Maxwell (Anne), Al Roffe (Marguerito) – colore – durata: 109’ – produz.: Wildside e RaiCinema – origine: ITALIA, 2014 – distrib.: 01 Distribution
Sceneggiatura: Saverio Costanzo
Nazione: ITALIA
Anno: 2014
Presentato: 71. Mostra Internazionale D'arte Cinematografica di Venezia (2014) CONCORSO
Premi: COPPA VOLPI a Adam Drive e a Alba Rohrwacher

Il regista Saverio Costanzo nasce a Roma nel 1975. Studia Sociologia delle comunicazioni e si laurea con una tesi sugli italo-americani di Brooklin. Esordisce nel lungometraggio con Private (Pardo d'oro nel 2004), cui fanno seguito In memoria di me e La solitudine dei numeri primi.

 

Il film è tratto dal romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso e racconta la storia di una coppia alle prese con la nascita di un figlio e relativi problemi. Lui è Jude, un americano che fa l'ingegnere; lei è Mina, un'italiana che lavora all'ambasciata. Si incontrano casualmente a New York in una situazione imbarazzante e al tempo stesso comica: sono entrambi rimasti chiusi in una toilette di un ristorante cinese, in mezzo ad olezzi nauseabondi. S'innamorano e si sposano. Quando nasce un bambino, Mina incomincia a manifestare segni di squilibrio mentale che sfocia in atteggiamenti maniacali e poi ossessivi. La donna è convinta che suo figlio sia un bambino speciale, un bambino indaco, come le dice la chiaroveggente alla quale si rivolge, cioè un bambino che viene da un altro mondo per salvare la Terra. Deve pertanto essere preservato da tutti i pericoli che si trovano in questo mondo: l'inquinamento, la sporcizia, le onde dei telefoni cellulari e, in modo particolare, un'alimentazione basata sulla carne e le proteine. Jude è un po' preoccupato, ma inizialmente asseconda la moglie che dimostra un attaccamento morboso nei confronti del figlio. Ma quando un medico, al quale di nascosto dalla moglie si è rivolto, gli dice che il bambino non crescerà perché è malnutrito e che pertanto è in pericolo, decide di fare a modo suo cambiandogli il tipo di alimentazione. Nasce un braccio di ferro tra marito e moglie: lui lo nutre con carne e proteine, lei, di nascosto, gli somministra un olio che inibisce l'assimilazione e che così dovrebbe purificarlo. Ad un certo punto Jude, esasperato, prende il bambino e lo porta da sua madre. Mina lo va riprendere, ma le viene impedito con la forza: dovrà far intervenire la polizia per riaverlo. Ma ci penserà la madre di Jude a risolvere in modo radicale la situazione, uccidendo la nuora e andando così in galera, ma con la soddisfazione di aver salvato il nipotino.

La prima parte del film pone le premesse di quello che rappresenta il blocco narrativo di maggiore importanza, quello centrale. Le immagini rappresentano l'incontro di Jude e Mina, l'inizio del loro amore e la festa di matrimonio, durante la quale Mina ha modo di conoscere la suocera e in cui Jude canta in italiano Tu sì 'na cosa grande (canzone che viene ripetuta, ma questa volta in modo extradiegetico, alla fine del film).

La seconda parte inizia con un sogno inquietante, che Mina dice di fare spesso: un cacciatore misterioso uccide un cervo e poi scompare nel buio. È già un piccolo segno di un disturbo psichico che andrà via via crescendo. Si viene poi a sapere che Mina è assillata dal problema del cibo. Durante una mostra sviene e il medico le dice che è troppo magra e che deve mangiare meglio o di più. Ma Mina preferisce andare da una chiaroveggente che alimenta in lei false aspettative e strane fantasie. Durante la gravidanza è assillata dalle onde dell'ecografia e si rifiuta di seguire la medicina tradizionale: vuole usare solo metodi naturali e medicine alternative. Non vuole assolutamente il cesareo, anche se non riesce a dare alla luce il bambino. E quando questo nasce, dimostra subito un attaccamento morboso nei suoi confronti. Nei primi mesi i due coniugi si murano in casa trascurando amicizie e relazioni per evitare che il bambino venga a contatto con agenti esterni; e quando il bambino ha una febbre persistente, Mina rifiuta gli antibiotici e lo cura con impacchi di ghiaccio.

La terza parte, quella centrale e più importante, mostra il braccio di ferro che nasce tra i due coniugi. Dapprima in modo moderato («Siamo una famiglia e insieme possiamo farcela»), poi in modo sempre più violento, con la decisione di sottrarre il bambino alla madre che dovrebbe andare da uno psichiatra («da soli non ce la facciamo»).

L'ultima parte rappresenta un vero e proprio colpo di scena, con l'uccisione di Mina da parte della suocera che è convinta di avere fatto la cosa giusta («o lei o il bambino»).

L'epilogo mostra Jude con il figlioletto, ormai cresciuto, in riva al mare. C'è il sole sullo sfondo e s'ode la canzone di cui s'è detto.

Il film parte bene e tutta la prima parte scivola via in modo piacevole e convincente. Poi, poco alla volta, cresce la tensione e il film diventa una sorta di thriller che punta più sul fatto emotivo che su quello tematico, anche grazie ad una musica che crea suspense e all'uso insistito (soprattutto in certi momenti) del grandangolo e della angolazioni dall'alto. Un'idea narrativa più che tematica, con spunti interessanti che però avrebbero potuto essere utilizzati meglio. (Olinto Brugnoli)

 


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