REALITY
Regia: Quentin Dupieux
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: REALITY
Titolo originale: REALITY
Cast: Regia, scenegg., fotogr., mont., suono: Quentin Dupieux – mus.: Phillip Glass – interpr. princ.: Alain Chabat, Jonathan Lambert, Elodie Bouchez, Kyla Kennedy, John Glover, Eric Wareheim, Jon Heder – colore – durata: 87’ – produz.: Realitism Films & Indie Sales – origine: FRANCIA BELGIO, 2014 – distrib. inter. Indie Sales
Sceneggiatura: Quentin Dupieux
Nazione: FRANCIA BELGIO
Anno: 2014
Presentato: 71. Mostra Internazionale D'arte Cinematografica di Venezia (2014) ORIZZONTI
Il titolo del film corrisponde al nome della bambina che scopre la Realtà/Finzione e cioè la tesi del film, che si colloca «ai confini della realtà».
L’oggetto tutt’altro che misterioso che le rivela il mistero è una videocassetta che le arriva in mano in modo inverosimile e fiabesco: era stata ingoiata dal cinghiale ucciso dal padre e poi buttata nell'immondizia assieme agli interiora dell'animale.
La videocassetta contiene le reazioni Jason, cameraman televisivo, che sogna di dirigere il suo primo film horror. Bob Marshal, un ricco produttore, accetta di finanziare il suo film a una condizione: Jason ha quarantotto ore per trovare l’urlo perfetto della storia del cinema. Durante la sua ricerca, si perde in un incubo. Va a finire che il poveretto no sa distinguere se stesso dalla sua immagine registrata, mentre altri personaggi fanno parte della storia improbabile che fa arrivare nelle mani della bambina la videocassetta ingoiata dal cinghiale e che ella esibisce senza ottenere fede da quelli che l’ascoltano. Adulti.
Il film risponde alla domanda indiretta: “Chi è maggiormente credibile come “vero”, la realtà o l’illusione? La risposta è spiazzante: né l’una né l’altra! Tutte e due sono eguali e forse, peggio, sono la medesima cosa. Il film è giocato da capo a fondo sul registro comico e paradossale, ma lo spettatore si rende conto a un certo punto che il regista sta parlando a noi della nostra vita programmata e condizionata dalle presenti e prossime future tecnologie pericolosamente omologanti .
Molti spettatori in sala ridono e si divertono ma all’uscita dopo a proiezione del film, in verità neanche molto originale, un signore chiede al collega vicino: «Ti è piaciuto il film, ti sei divertito?», ricevendo per risposta un laconico: «Non so!».
«Sono tutti trucchi» aggiunge un giovane che sa tutto. Già, sono tutti trucchi ! E’ tutto finzione!
Il film a modo suo si può definire filosofico nichilista, che offre spunti di riflessione civile. (Adelio Cola)