LA LETTURA STRUTTURALE DEL FILM
di OLINTO BRUGNOLI
Edav N: 361 - 2008
L’articolo ampliato e completo di foto, schemi si trova in Edav n. 361 giugno 2008
Premessa
Com’è noto, secondo la metodologia Taddei, per leggere un film è necessario scoprire il «cosa – come – perché», cioè rispondere alle tre domande:
· CHE COSA rappresenta l’autore?
· COME egli rappresenta quelle cose?
· PERCHÉ egli rappresenta quelle cose in quel modo?
Il «cosa» del film corrisponde alla vicenda (o fabula, o storia raccontata); il «come» viene chiamato racconto e comprende sia i modi narrativi, sia quelli semiologici.
C’è da aggiungere che la lettura è operazione necessaria perché rispondente alla natura del film, che è SEGNO e quindi dotato di valore semantico.
Inoltre non bisogna mai confondere la letturacon la valutazione: non si può valutare un film, sotto i suoi vari aspetti, senza prima averlo letto, perché non si può valutare ciò che non si conosce; e poiché il film è opera di comunicazione, conoscere un film significa conoscere ciò che il film comunica di fatto.
Constatazione
Una decennale esperienza di insegnamento del linguaggio cinematografico presso il Liceo Classico «Scipione Maffei» di Verona permette di cogliere alcuni «atteggiamenti» degli alunni che sono rivelativi di un certo modo di affrontare il fenomeno filmico anche da parte di un pubblico piú vasto (e adulto).
C’è da dire innanzitutto che i ragazzi, in quanto abituati ad affrontare vari tipi di linguaggio (da quello verbale a quelli «non verbali e multimediali») non hanno difficoltà a capire che è necessario leggere il film, cosí come è necessario leggere un testo di qualsiasi natura.
In piú dimostrano di avere una grande capacità di cogliere gli aspetti descrittivi e narrativi del testo filmico e di confrontarli con intelligenza con quelli appartenenti al testo verbale da cui talvolta i film sono tratti. A volte sorprende la loro capacità di osservazione e la loro prontezza nel cogliere i nessi narrativi, a meno che non si tratti di opere particolarmente complesse e difficili anche per quanto riguarda la trama.
Ma – e questo è il punto – la loro «lettura» si ferma qui, cioè si ferma a livello di vicenda, di «cosa rappresentata», dando per scontato che la significazione del film coincida con la significazione della vicenda, evitando cosí di passare attraverso i modi del racconto. È vero che molte volte ci si trova di fronte a cosiddetti film «di vicenda», cioè a film in cui i modi del racconto sono pressoché ininfluenti ai fini della significazione e si limitano a «supportare» una storia piú o meno interessante e significativa, ma anche per arrivare a definire con questa espressione tali film è pur sempre necessario analizzare il racconto e i suoi modi per coglierne la funzione.
Analisi strutturale e semiologica
È pertanto estremamente importante far capire che, una volta colta la vicenda con la sua significazione di base, è necessario analizzare i modi strutturali, cioè quelli della struttura narrativa ( i modi di raccontare), e quelli semiologici, cioè quelli della struttura semiologica (i modi di fare l’immagine).
Per quanto riguarda i primi, non ci sono particolari difficoltà. Gli alunni sono abituati ad analizzare un testo narrativo (letterario) e quindi conoscono la distinzione tra «fabula e intreccio» e riconoscono i principali tipi di struttura: lineare (ordine cronologico), analessi (flasback), prolessi (anticipazione), leit-motiv (ripetizione), ecc.
Ma il linguaggio cinematografico possiede dei modi caratteristici, che lo distinguono da altri tipi di linguaggio: sono i modi semiologici che possono riferirsi sia all’aspetto statico dell’immagine cinematografica (la spazialità), sia all’aspetto dinamico (la temporalità). Ed è proprio questa la grande novità: gli alunni scoprono poco alla volta che per leggere un film non basta analizzare la vicenda e il tipo di struttura narrativa, ma bisogna analizzare anche i Campi e i Piani, l’Angolazione, l’Inclinazione, l’Illuminazione, la Figurazione, il Colore, i Movimenti (interni ed esterni all’inquadratura), l’uso del Sonoro, ecc.. Tutti fattori espressivi che normalmente non vengono presi in considerazione da parte di un pubblico non preparato, che pertanto non può giungere ad una vera e propria lettura del film.
Dall’analisi alla lettura
Si è già detto della significazione della vicenda. Ma tutti i come, sia narrativi che semiologici di cui s’è parlato, non solo possono aggiungere ulteriori significazioni a quelle della vicenda, ma talvolta possono anche modificare sensibilmente o addirittura stravolgere quelle significazioni (ad esempio, trasformando un fatto drammatico in qualcosa di comico o viceversa; oppure rendendo spettacolare qualcosa che non lo è). Pertanto l’idea centrale del film, che nasce dalla domanda: «perché?», non può non tener conto di tutti i cosa, ma anche di tutti i come che caratterizzano l’opera.
Un esempio particolarmente significativo di questa distinzione tra significazione della vicenda e idea centrale del film viene fornito dai cosiddetti film «a pseudotematica». Sono film particolarmente ambigui ed insidiosi perché si presentano come film «tematici», magari per l’argomento che affrontano o per la vicenda che raccontano (e chi si «ferma» alla vicenda li ritiene tali), ma che in realtà, se letti alla luce del racconto, rivelano chiaramente che l’intenzione dell’autore è di tipo quasi esclusivamente «spettacolare».