ITALY IN A DAY Un giorno da italiani
Regia: Gabriele Salvatores
Lettura del film di: Manfredi Mancuso
Titolo del film: ITALY IN A DAY UN GIORNO DA ITALIANI
Titolo originale: ITALY IN A DAY UN GIORNO DA ITALIANI
Cast: regia: Gabriele Salvatores mont.: Massimo Fiocchi, Chiara Griziotti basata sul format Life in a Day, adattamento di: Lorenzo Gangarossa responsabile progetto: Raffaello Fusaro supervisore: Ilaria Castiglioni interpr.: 627 italiani colore durata: 75 produz.: Indiana Production con Rai Cinema e con Scott Free origine: ITALIA, REGNO UNITO, 2014 distrib.: 01 Distribution
Nazione: ITALIA / REGNO UNITO
Anno: 2014
Il “film” è in realtà una collezioni di brevi filmati amatoriali, più o meno spontanei, girati da circa 45000 italiani, i quali, durante le 24 ore del giorno 26 Ottobre 2013, hanno impresso su “pellicola” con vari mezzi (smartphones, fotocamere e videocamere più o meno professionali) alcuni momenti della loro giornata-tipo. Quel che ne esce fuori è un variopinto ritratto multicolore di sogni, desideri, paure e difficoltà quotidiane degli abitanti del Bel Paese, siano essi giovanissimi bambini che giocano spensierati col papà e la mamma; coppie di sposini che progettano fiduciosi il loro futuro, disoccupati in cerca di un lavoro che non c’è o anziani pensionati, soli e bisognosi di contatti umani.
Il film diretto da Gabriele Salvatores è in realtà la versione italiana di un esperimento cinematografico inventato in America da Ridley Scott, quello del “film collettivo”, alla realizzazione del quale partecipa in modo diretto gente comune che manda per l’appunto video amatoriali più disparati, scelti e selezionati poi da un regista che dovrebbe unirli insieme e amalgamarli per creare un’opera di senso compiuto. Questo in teoria. Nella pratica, purtroppo, la realtà è ben diversa e tutti i limiti di questa furba operazione commerciale vengono a galla. Il regista (che, nello specifico è Salvatores) non riesce a venire a capo delle (stando ai dati ufficiali) «2200 ore» di filmato ricevute, nè tantomeno a dar loro quell’ipotetico senso compiuto che il montaggio finale dovrebbe dar loro e i filmati restano e mantengono soltanto il valore originario. Non basta difatti seguire l’esile filo conduttore di una “giornata” (con filmati che si riferiscono alle disparate ore del giorno, dall’alba alla notte) per rendere il “film” degno di tale nome. Con questo non si vuole dire che la collezione di filmati sciorinata in circa 75’ sullo schermo sia da buttare, anzi, si deve riconoscere che la maggior parte dei video presenta notevoli motivi di interesse sociale e perfino dei buoni valori umani di fondo, che rendono, per certi versi, piacevole la visione; però, con buona pace di Scott e Salvatores il Cinema è un’altra cosa. (Manfredi Mancuso)