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IL CASO 11 SETTEMBRE
Orientarsi tra terrorismo e massmedia
Tutti ricordano certo cosa è accaduto l’11 settembre 2001, ma non tutti sono al corrente del fatto che, su Internet e soprattutto sulla televisione italiana, si è sviluppata una incredibile controversia tra giornalisti sulle cause dell’attentato. Si è cioè avanzata la ipotesi che la versione ufficiale fondata sulle conclusioni di una commissione di inchiesta non fosse veritiera, ma che ....
Il film di Madonna che parla della vita.
E com’è la vita? “Ha due facce come ogni medaglia: il bene e il male, la luce e le tenebre, il paradiso e l’inferno, però, insegna il cicerone, non si può andare in paradiso senza prima scendere all’inferno”. E qui la lezione cade nell’ambiguità. Egli, che apre e chiude il film ad inclusione, inizia affermando che “certamente andrà in paradiso dopo la morte, non per il bene fatto o il male evitato ma perché ha detto la verità”’, e cioè la sua idea sulla vita! Forse e senza forse si riferisce alla ‘lezione’ che gli deriva dall’esperienza, non da altre fonti, (tanto meno da quelle di natura metafisica).
GIANFRANCO MINGOZZI, uno di «quelli» che hanno fatto la dolce vita è morto ieri 7 ottobre.
Con la morte di Mingozzi si chiude il cerchio di «quelli» che hanno fatto la DOLCE VITA. Pochi mesi fa Kezich, col quale si è conosciuto sul set del film, pochi anni prima P. Taddei che ha difeso il film definendolo un «canto alla grazia», e prima ancora P. Arpa colui che accese il fiammifero del bailamme tra Siri e Montini, e prima di tutti è morto Federico Fellini.
Gianfranco Mingozzi, nato a Bologna il 5 aprile 1930 è morto a Roma il 7 ottobre 2009.
Regista e sceneggiatore si è diplomato al Centro sperimentale di cinematografia e fu assistente di Fellini ne LA DOLCE VITA in cui compare anche come attore e più tardi anche in 8 e mezzo. Si afferma poi come documentarista esordendo con la regia CON IL CUORE FERMO, SICILIA (Gran Premio per il documentario Leone d'Oro al Festival di Venezia '65; Prix Simone Dubrheuil al Festival di Mannheim '65; Festival di Londra '65; Festival di San Francisco '65; Nastro d'Argento '65. Selezionato per il Premio Oscar '66). Ha realizzato anche qualche lungometraggio: TRIO (1967), SEQUESTRO DI PERSONA (1968), LA VITA IN GIOCO (1972), FLAVIA, LA MONACA MUSULMANA (1974), LA VELA INCANTATA (1983), L'INIZIAZIONE (1987), L'APPASSIONATA e IL FRULLO DEL PASSERO (1988), TOBIA AL CAFFE' (2000).
L’ultimo lavoro un documentario per la Fondazione Fellini che realizzò assieme a Tullio Kezich NOI CHE ABBIAMO FATTO LA DOLCE VITA (2009) presentato a Locarno riscuotendo grande successo.
Luciano Emmer nato a Milano il 19 gennaio 1918 e morto a Roma il 16 settembre 2009 , compì gli studi universitari di giurisbrudenza all’università di Milano. Con E. Gras fondò una piccola società di produzione, la Dolomiti Film, per la quale girò molti cortometraggi, tra i quali alcuni film d’arte, che gli valsero notevole fama internazionale: tra questi ultimi possiamo ricordare LEONARDO DA VINCI (1952), realizzato in collaborazione con Arcady, e, soprattutto, PICASSO (1954). Esordì nel lungometraggio con DOMENICA D’AGOSTO (1950), in cui, inserendosi nel filone della commedia neorealistica, mostrò di prediligere un particolare tipo di narrazione fondata su storie parallele, che mantenne anche in quasi tutti i suoi film posteriori, da PARIGI È SEMPRE PARIGI (1951) a LE RAGAZZE DI PIAZZA DI SPAGNA (1952) a TERZA LICEO (1954). Dopo alcuni film di secondaria importanza Emmer ritrovò una certa vena personale con LA RAGAZZA IN VETRINA (1961), dopo del quale diradò notevolmente la sua attività cinematografica, fino ad abbandonarla quasi completamente.
Dopo 30 anni ritorna al cinema con BASTA! CI FACCIO UN FILM (1990) in veste di regista, produttore e attore e con L'ACQUA… IL FUOCO (2003).
Il lavoro più conosciuto di Emmer è quello pubblicitario. Ovvero la sigla cult come quella del primo Carosello, con i siparietti che si aprivano uno dopo l’altro. Tra i tanti spot da lui firmati in Carosello, ricordiamo quello interpretato da Walter Chiari («solo io mi chiamo Yoga»), quello con Carlo Dapporto (Durban’s) e la chicca di Dario Fo («Supercortemaggiore, la potente benzina italiana»).
Dall’ultima intervista, rilasciata a Rai Educational, Rewind Visioni Private: «Con Fellini siamo stati molto amici - dice tra l’altro Emmer - poco prima di morire mi prese la mano e mi disse: “Lucianino, il cinema è morto”. Lo penso anch’io. Il vero cinema è stato quello muto, in bianco e nero, dopo c’è stata solo una corsa sempre più veloce verso la tv, verso l’immagine senza mediazioni espressive».
Intitolato a TULLIO KEZICH, il concorso nazionale, on line, per un saggio di critica cinematografica,quale omaggio della Mostra del Cinema di Venezia.
Ad Akira Kurosawa sarà dedicato il Panel internazionale (6 settembre, ore 15 Sala Pasinetti) organizzato dalla 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e moderato da Peter Cowie, critico cinematografico e storico del cinema, autore e fondatore di The International Film Guide.
Il 23 marzo 2010 Akira Kurosawa avrebbe compiuto 100 anni. Il Leone d’oro della Mostra del Cinema di Venezia al suo film RASHÔMON nel 1951 lo porto ala ribalta anche in occidente. La Mostra nel 1982 gli ha conferito il Leone d’oro alla carriera.
Tullio Kezich ci ha lasciato il 17 agosto us. Nato a Trieste il 17 settembre 1928 ha sempre vissuto la sua vita all’insegna dell’amore per il cinema; dedizione che lo aveva portato negli anni ad affermarsi come una delle firme più prestigiose della critica .....
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